La Banda
Ovvero come resistere alla globalizzazione divertendosi
Una web serie di Luca Serasini e Nico Malvaldi, prodotta dall’Associazione Culturale “Cantiere Nuovo” di Marina di Pisa, con l’assistenza tecnica di un’altra associazione culturale pisana, “Corte Tripoli Cinematografica” di Roberto Merlino, aderente alla Fedic, racconta in maniera ironica il modo per opporsi alle diseguaglianze determinate da una certa idea totalizzante di globalizzazione economica. In sette puntate e con l’aiuto di un’intera comunità.
Ci sono molti modi per raccontare le diseguaglianze di questo nostro mondo devastato sul piano umano e ambientale dalle pandemie e dalla dittatura economica neoliberista e la resistenza delle popolazioni locali ad un modo di concepire il mondo e le relazioni fra gli esseri viventi che non prevede eccezioni e non accetta diversità di vedute e di stili di vita. Il modo scelto dagli autori di questa web serie in sette puntate, girate lo scorso anno, è senz’altro originale e in qualche modo anche preveggente.
Raccontata così, questa esilarante web serie costruita con 64 “non-attori”, in una sorta di work in progress narrativo sapientemente condotto dalla scrittura fine dei due autori in collaborazione con la penna di Enrico Caroti Ghelli e di Francesco Bottai, e che alterna momenti travolgenti di commedia all’italiana con sequenze di stampo più neorealistico e inserti grotteschi dalle risonanze ora oscure ora malinconiche (come la figura della “Maga” o il misterioso ciclista che pedala all’indietro per le strade di Marina e che attraversa l’intera narrazione senza mai rivelare la propria identità, ma a cui gli spettatori potranno dare le più diverse interpretazioni) potrebbe essere percepita come un serioso pamphlet contro la globalizzazione.
In realtà “La Banda” non è nulla di tutto questo e probabilmente il valore più “politico” di questa web serie sta più nel modo in cui è stata costruita che nella sua più o meno dichiarata posizione pro local e antiglobal. Infatti la serie in questione non è ascrivibile, dal punto di vista autoriale ai soli registi, montatori e sceneggiatori, ma appare come il prodotto artistico di una intera comunità che gli “autori” nominali (peraltro tutti nativi di Marina o di Pisa) hanno sapientemente coinvolto e lasciato esprimere fino quasi a scomparire. “La Banda” appare infatti come un’opera collettiva, dove un’intera comunità afferma con forza il valore non negoziabile e non monetizzabile della propria identità esistenziale e culturale pena la propria eutanasia. Ma, d’altro canto, non si tratta nemmeno di un’affermazione di localismo esasperato e chiuso, di “sovranismo culturale” e i riferimenti al mondo esterno e le riflessioni sui problemi della contemporaneità sono numerosi, come nella bella sequenza in cui i bambini, dopo una partita di calcio di strada senza distinzione di genere, si trovano a ragionare sull’immigrazione (la bambina che, parlando con un’amichetta, afferma convinta che “viaggiare insegna la tolleranza e, se tutti viaggiassimo, anche solo per un giorno, comprenderemmo meglio quella condizione”) o sull’economia (“il deficit del governo è l’attivo dell’economia”, afferma serioso un altro bambino al suo compagno di giochi, citando la Modern Monetary Theory – MMT, trattata da Stephanie Bell Kelton nel suo libro “The Deficit Myth” e sostenuta da molti esponenti politici americani di spicco come Bernie Sanders).
“La Banda” è quindi una web serie in cui alto e basso, comico e tragico si mescolano in modo intelligente in una storia densa di molte suggestioni sanguigne, ma anche grottesche e perfino malinconiche in alcuni momenti, rafforzate dal colorito vernacolo pisano di questa gente di mare, ma anche dalle musiche di Francesco Bottai (componente di un altro riuscito prodotto musicale “glocal”, il duo pisano de “I Gatti Mèzzi”), che rimandano alle pagine più belle di artisti come Tom Waits, Marc Ribot e Paolo Conte. Un modo leggero, ma mai banale di parlare delle paure, dei conflitti e delle incertezze del nostro tempo senza mai perdere il gusto del sorriso e magari anche del ponce fatto alla maniera dei vecchi abitanti di Marina di Pisa.
Fonia: Massimo Giannoni, Maurizio Bigongiali
Produzione: Associazione Culturale “Cantiere Nuovo”, Corte Tripoli Cinematografica, Cineclub FEDIC di Pisa
Web:
La Banda:
https://www.youtube.com/playlist?list=PLiFEvn0D91-VDKUrVTjuLPXQQV5c_SwZW
Associazione Cantiere Nuovo
http://www.cantierenuovo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=43&Itemid=113
https://www.facebook.com/cantiere.nuovo.9/about/?ref=page_internal
Corte Tripoli Cinematografica
http://www.cortetripoli.com/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=10&Itemid=128