venerdì 16 ottobre 2020

Il concorso

di 

Marcello Cella

(2004)


Dedicato ai veri eroi dimenticati del nostro tempo,

i precari, e agli angeli ribelli di Radio Ulisse



SCENA 1

ESTERNO GIORNO - ALBA SUL MARE
Il mare è calmo. Placide onde si afflosciano pigramente sulla spiaggia. Il cielo ha un tenue colore rosato mentre alcuni nuvoloni si profilano all'orizzonte. Su una piazzola di cemento di fronte al mare c'è un'automobile, una vecchia Renault 4 rossa. La piazzola è deserta. L'automobile ha la portiera aperta dalla parte dell'autista. Un giovane dall'età apparente di 26/27 anni, infagottato in un giaccone scuro è seduto sul bordo della piazzola e fuma scrutando l'orizzonte. Un altro giovane più o meno della stessa età è invece seduto in macchina e accende il sintonizzatore della radio. Il frontalino dell'autoradio si illumina. Dopo alcuni ronzii la manopola si ferma su una stazione che trasmette le previsioni del tempo.

RADIO (v.f.c.)
...Continua a far sentire i suoi effetti la perturbazione proveniente dal Nord Europa che sta attraversando la nostra

penisola......

Il giovane seduto sul bordo della piazzola continua a fumare pensieroso. Comincia ad alzarsi un po' di vento. Il mare sembra agitarsi mentre le nubi continuano ad allargarsi all'orizzonte.

RADIO (v.f.c.)
...In particolare il maltempo si concentrerà sulle coste nord

occidentali con possibilità di temporali...

Il suo compagno intanto ricomincia ad azionare la manopola della radio e ad attraversare velocemente altre stazioni radiofoniche. Il suo volto è teso nello sforzo della ricerca. Brevi frammenti musicali si alternano a spezzoni incomprensibili di parlato. Sul frontalino dell'autoradio scorrono freneticamente i numeri luminosi che segnalano la modulazione di frequenza delle varie stazioni radio. Finalmente il volto del giovane si apre in un sorriso. Una musica fortemente ritmata si diffonde nell'aria. Il cantante intona rime smozzicate in inglese con uno strano falsetto vagamente minaccioso su un tappeto di chitarre distorte. Il giovane si accomoda meglio sul sedile e agita le mani fuori dal finestrino.

GIOVANE

Marco, senti questa!

Marco si gira di sbieco e lo guarda senza parlare. Accenna un sorriso stanco. Sulla strada passano due operai di mezza età che vanno al lavoro in bicicletta. I due chiacchierano animatamente.

OPERAIO 1 ...E il Ferrari che dice?...

OPERAIO 2
...E che vuoi che dica...Le solite cose...Poi la cassa integrazione è sempre meglio del licenziamento...Oggi a fine

turno vado a parlare con...

I due si allontanano. Alcuni gabbiani si alzano in volo dalla barriera rocciosa che si erge a pochi metri dalla spiaggia. La sagoma di una grossa nave si erge all'orizzonte. La sua mole è tale che in lontananza il suo movimento è quasi impercettibile. Del fumo bianco esce lentamente da una grossa canna fumaria posta più o meno al centro dello scafo. Il brano musicale sfuma e interviene la voce dello speaker. In sottofondo una musica techno.

SPEAKER (v.f.c.)
"Death party". Un party con la morte dal club del fucile. Gun club from Los Angeles per voi! Dalle magiche onde di Radio Ulisse! Nessun pericolo per gli allegri scheletri danzanti

sull'orlo del vulcano...(ride)

Marco schiaccia il mozzicone di sigaretta con il piede, si stropiccia il viso con le mani e torna a guardare il mare.

SPEAKER (v.f.c.)
...e per gli spericolati equilibristi di quest'alba di velluto...

La voce sfuma e salgono in primo piano le note di un nuovo brano. La musica ha un incedere solenne e cadenzato. Una viola elettrica stride in sottofondo mentre la voce del cantante si muove languidamente in primo piano. L'orizzonte è quasi completamente coperto dalle nubi. Solo un tenace spicchio di luce rosata resiste all'allargarsi del grigio minaccioso.

SCENA 2

ESTERNO GIORNO - SULLA STRADA
L'automobile con Marco e l'altro giovane a bordo attraversa una strada completamente deserta in mezzo a una rada campagna. Solo in lontananza si intravvede una folta macchia mediterranea. Un solitario lampione si staglia con la sua luce fioca sul cielo attraversato da grandi nuvole bianche cariche di pioggia.

Dissolvenza incrociata.

SCENA 3

INTERNO GIORNO - SULL'AUTOMOBILE
Marco è ancora alla guida. Nella mano destra tiene un'altra sigaretta accesa. L'automobile percorre una strada periferica. Il giovane accanto a lui inserisce una cassetta nel registratore. Subito parte un ritmo rock forsennato con una chitarra distorta che disegna ruvide melodie mentre il cantante urla, inquietante, un tono sopra la musica. Il compagno di Marco alza leggermente la manopola del volume e comincia a battere ritmicamente le mani sul cruscotto accompagnando con la sua voce stonata alcune strofe della canzone. Marco al volante lo guarda con un sorriso stanco. Quindi riabbassa il volume.

MARCO

Ho mal di testa...

GIOVANE
Cazzo! Senti che voce...Era proprio grande Jeffrey Lee

Pierce...Peccato che è morto...

Il giovane si chiude in un silenzio melanconico e guarda fuori dal finestrino. Le luci della periferia cittadina attraverso il finestrino appannato dall'umidità sfumano in un vago e indistinto alone colorato. Marco lentamente rallenta l'andatura dell'automobile fino a fermarsi vicino ad un bar dall'insegna ancora luminosa.

MARCO Che devi fare oggi, Andrea?

ANDREA
Niente di speciale...devo andare a timbrare il cartellino al

collocamento...

I due rimangono per un attimo seduti senza dire niente. Il pezzo musicale finisce. Marco gira la manopola del sintonizzatore e spegne l'autoradio.

SCENA 4

INTERNO GIORNO - IN UN BAR
Marco e il suo amico stanno consumando un caffè appoggiati al bancone di un bar popolato da altri giovani reduci dalla notte passata in discoteca o nei locali e da uomini anziani in procinto di recarsi al lavoro. Il bar ha un arredamento molto modesto con tavolini di formica scrostati, sedie scolorite e un vecchio juke-box in un angolo su cui qualcuno ha gettonato una canzone melodica d'altri tempi. Marco si avvicina alla vetrata che dà sulla strada sorseggiando il caffè. Fuori ha iniziato a piovere con una certa intensità. Gli scrosci di pioggia solcano lentamente il vetro di innumerevoli rivoli d'acqua.

Dissolvenza incrociata.

SCENA 5

INTERNO GIORNO - IN UNA CASA
Il vetro di un'altra finestra. Anna, una ragazza sui 25/26 anni dai corti capelli castani è seduta vicino a un tavolo di legno e sorseggia febbrilmente il caffelatte da una tazza. Guarda fuori verso la finestra con una certa apprensione. In un angolo della piccola e modesta cucina una radio accesa diffonde le note di una canzone dalla melodia intrigante cantata da una voce maschile cantilenante. Interviene la voce di uno speaker.

SPEAKER (v.f.c.)
...Sono le sette e trenta minuti primi sul tabellone luminoso di Radio Ulisse e siete all'ascolto di una selezione musicale a cura di Blue Agent...Non si può dire che oggi si prepari una

buona giornata...piove, è quasi buio, fa freddo... La ragazza si alza ed esce dalla stanza.

SCENA 6

INTERNO GIORNO - IN CASA
Anna si sta dando, con una certa apprensione, gli ultimi ritocchi al trucco davanti allo specchio del bagno. Il suo volto è velato da una vaga espressione di tristezza. Dall'altra stanza arrivano ancora le parole dello speaker.

SPEAKER (v.f.c.)
...la notte sembra non finire mai...e voi non avete certo voglia di rotolare giù dal letto e affrontare un'altra giornata difficile...Mentre state odiando la tazzina del caffè che avete davanti pensate: "Perchè un'altra fottutissima giornata di lavoro?". Oppure: "Perchè un'altra fottutissima giornata...alla

ricerca di un lavoro?... La ragazza esce dalla stanza.

SCENA 7

INTERNO GIORNO - IN CASA
La ragazza torna ancora nella cucina-ingresso del suo miniappartamento. Si avvicina ancora una volta alla finestra a guardare fuori. Attraverso il vetro si stagliano le sagome di alcuni anonimi palazzi periferici.

SPEAKER (v.f.c.)
...Ebbene...lasciate che vi dica che avete tutta la mia

comprensione...e che vi meritate un bel soul d'annata...

Alcuni brevi fruscii, poi le note di un organo dal suono pastoso si librano su uno scandito ritmo soul. La ragazza, rassegnata, afferra una giacca di lana su una sedia e un ombrello appoggiato in un angolo, spegne la radio ed esce richiudendosi la porta alle spalle.

SCENA 8

INTERNO GIORNO - STUDIO RADIOFONICO
Marco appoggia le cuffie alla consolle. Dalle due cuffie fuoriescono, attutite, le note del pezzo musicale della scena precedente. Sul piatto alla sua sinistra ruota un disco dal vinile colorato di verde. Il giovane si stropiccia gli occhi assonnato. Quindi si allunga a prendere una cassetta sopra una mensola. Ne estrae il nastro e lo inserisce in una delle piastre che ha davanti a sè. Attende ancora qualche momento. Poi, quando il pezzo sta sfumando, schiaccia il PLAY del registratore. Subito parte uno spot pubblicitario. Una musichina allegra e giovanilistica accompagna la voce ostentatamente spigliata di una ragazza.

SPOT RADIOFONICO (v.f.c.)
...Siete giovani, volete un look di un certo tipo, trasgressivo, sempre al passo con la moda? Allora non avete che una

scelta...

Marco esce dalla cabina dello studio e si stiracchia. Quindi entra in un vicino ufficio dove un altro giovane, seduto ad una scrivania mangia una focaccia sfogliando contemporaneamente alcuni quotidiani ed evidenziandone alcuni titoli con un pennarello. Il giovane si volta verso di lui e fa una smorfia di saluto.

GIOVANE

Nottata dura?

MARCO
Si...Quello scemo di Andrea mi ha portato al Pepito...Non ci

andare mai. E' un posto di merda con gente di merda ... Il giovane sorride accondiscendente.

GIOVANE

Me lo ricorderò...

Quindi si immerge nuovamente nella sua occupazione. Marco si dondola per un attimo appoggiandosi allo stipite della porta. Quindi esce.

SCENA 9

INTERNO GIORNO - IN AUTOBUS
Anna è in piedi, spiaccicata in mezzo ad un nugolo di persone e di ombrelli bagnati. Con una mano si regge ad una maniglia che pende dall'alto. L'equilibrio

instabile dei passeggeri è messo a dura prova dalla guida dell'autista.

SCENA 10

ESTERNO GIORNO - IN STRADA
La ragazza attraversa una strada cittadina molto trafficata. Piove a dirotto. Il cielo sembra chiuso in una cappa di piombo che non lascia alcuna speranza di schiarite. Le insegne luminose dei negozi sono accese come di notte. La ragazza si ferma davanti ad un portone e suona un campanello.

SCENA 11

INTERNO GIORNO - SULLE SCALE
La ragazza si affretta infreddolita ed entra in una porta d'ingresso già aperta su un pianerottolo.

SCENA 12

INTERNO GIORNO - IN CASA
Anna si richiude la porta alle spalle. L'ampio ingresso è arredato molto lussuosamente. Un grande specchio sopra un mobile d'antiquariato sovrastato da un vaso di fiori, un divanetto stile Luigi XIV, un portaombrelli bronzeo e un tappeto a motivi floreali. Molti quadretti incorniciati alle pareti. La ragazza ripone l'ombrello e appende la giacca ad un attaccapanni di legno nel corridoio. Quindi, camminando, si dà una riassettata ai vestiti umidi. Una stizzosa voce femminile la chiama dall'altra stanza.

VOCE DI DONNA (v.f.c.) ...Anna, finalmente è qui...Ero proprio disperata...

Anna entra in un grande e lussuoso salone arredato con un misto di mobili d'antiquariato e mobili moderni dal design molto ricercato, divani dai colori vivaci, vasi di porcellana, tappeti. Una elegante signora sui quarantacinque anni si aggira nervosamente qua e là. Appena la vede le si fa incontro. Anna cerca di giustificarsi.

ANNA
...Buongiorno, signora Cacace...Con questa pioggia, il

traffico...gli autobus fanno ritardo...

La donna non dà segno di averla ascoltata e continua il suo ragionamento come se seguisse unicamente il filo dei suoi pensieri.

SIGNORA CACACE
...Bene, Cosimo ora sta dormendo...Appena si sveglia fallo

mangiare...Poi un po' di cartoni che gli piacciono tanto...
La donna si muove velocemente in corridoio seguita da Anna. Apre un armadio a

muro. Ne estrae un cappotto beige. Lo indossa.

SIGNORA CACACE
...Ah, e poi mi raccomando la camera...è in uno stato

orrendo...
Anna annuisce con timore.

...Si...certo signora...

ANNA

La donna poi afferra una borsetta nera e una cartella appoggiate su un tavolino di marmo.

SIGNORA CACACE
...Magari dia anche una riassettata alla cucina prima di

andare via...Io torno stasera...
La donna fa un frettoloso cenno di saluto ad Anna e si tira dietro la porta.

ANNA ...Arrivederci signora...

Ma prima che la porta d'ingresso si richiuda. La donna torna sui suoi passi e richiama la ragazza.

SIGNORA CACACE
...Ah, e poi, Anna...Se qualcuno cerca mio marito gli dica

che è in Romania...e che torna sabato...

ANNA ...Certo, signora, non si preoccupi...

La donna accenna un sorriso nervoso ed esce definitivamente. Anna ritorna sui suoi passi. Poi apre con circospezione la porta della cameretta del bambino.

SCENA 13

INTERNO GIORNO - CAMERETTA DEL BAMBINO
La stanza è avvolta nell'oscurità. Un bimbo di circa due anni dorme placidamente nel suo lettino. Anna si avvicina e gli rimbocca le coperte. Quindi esce richiudendo lentamente la porta.

SCENA 14

INTERNO GIORNO - CASA CACACE
Anna torna nell'ingresso ed estrae alcuni libri dalla sua borsa. Rientra nel salone.

Si avvicina ad una scrivania di legno massiccio posta vicino ad una larga finestra che dà sui tetti della città. Anna si siede. Si fa spazio sulla scrivania. Apre uno dei libri al punto contrassegnato dalla busta di una raccomandata usata come segnalibro. Dà un'occhiata alla raccomandata: si tratta della convocazione alla prova scritta di un concorso. Quindi l'appoggia sulla scrivania e comincia a leggere e a sottolineare qualche frase con una matita. Poi rialza la testa e guarda fuori dalla finestra. I tetti della città sono lucidi di pioggia. Nelle strade i fari gialli e le luci rosse delle automobili si confondono tra loro creando un indistinto magma colorato in movimento.

SCENA 15

ESTERNO GIORNO - IN STRADA
Piove sempre a dirotto. Marco attraversa di corsa le strisce pedonali davanti ad un semaforo giallo che sta cambiando colore. Con le mani si tiene il giaccone sulla testa. Subito dietro di lui la coda delle automobili si mette in movimento in uno sfarfallio di fanali e luci colorate.

SCENA 16

ESTERNO GIORNO - IN STRADA
Marco entra di corsa dentro un portone socchiuso.

SCENA 17

INTERNO GIORNO - IN UN APPARTAMENTO
Un piccolo ingresso disadorno, un vecchio portaombrelli di metallo ingiallito, un attaccapanni di legno dall'equilibrio instabile e una piccola libreria di compensato leggermente imbarcata sotto il peso di una quantità inverosimile di libri. Lo scatto della serratura e la porta d'ingresso si apre. Entra Marco gocciolante e con le chiavi in mano. Si richiude violentemente la porta alle spalle e si avvia lungo un breve corridoio su cui danno alcune porte. Prima di entrare in cucina appoggia le chiavi su un mobile.

SCENA 18

INTERNO GIORNO - CASA DI MARCO
Marco è in cucina. Sul frigorifero è attaccato un biglietto su cui sta scritto: "Marco, se vuoi fare colazione ho fatto lo strudel. Sul tavolo c'è una raccomandata per te. Ci vediamo a pranzo". Marco stacca il biglietto e lo legge. Apre il frigorifero. Prende il vassoio su cui è lo strudel e una bottiglia di latte e li appoggia sul tavolo di legno della cucina. Una busta è stata appoggiata in bella vista ad un vaso di fiori. Marco la apre e ne estrae una raccomandata. Si tratta della convocazione ad un concorso. Marco la osserva perplesso.

SCENA 19

INTERNO GIORNO - CASA DI MARCO
Marco ora è in camera. La stanza comprende pochi mobili: un letto in un angolo, un armadio di dimensioni ridotte con un'anta semiaperta, una vecchia scrivania, una cassettiera e un'altra precaria libreria. Il giovane si spoglia. Prende il pigiama sotto il cuscino e lo indossa. Quindi abbassa la serranda della finestra, tira giù il piumone e si siede sul letto.

Dissolvenza in nero.

SCENA 20

INTERNO GIORNO - CASA CACACE
Anna si è assopita sul libro. Il pianto del bambino nell'altra stanza la risvegliano bruscamente. Anna apre gli occhi di soprassalto, si alza e corre fuori dalla stanza.

SCENA 21

INTERNO GIORNO - CASA CACACE
Anna entra nella cameretta del bambino. Apre leggermente la serranda. La stanza è ricolma di giocattoli come un supermercato. La ragazza si inginocchia accanto al lettino e prende in braccio il bambino. Quindi comincia a dondolarlo dolcemente.

ANNA ...Su...dai...fai il bravo...

La ragazza prende un campanellino colorato e lo agita sorridendo davanti al bambino che però non pare gradire.

ANNA
...Che hai...vuoi mangiare?...Va bene...Allora la tua Anna ora ti porta in un regno incantato pieno di cose buone da

mangiare...

Anna afferra meglio il bambino e lo tira a sè. Quindi esce dalla stanza con il bambino in braccio.

SCENA 22

INTERNO GIORNO - CASA CACACE
Anna entra in cucina sempre con il bambino in braccio che pare essersi un po' calmato. Lo posa delicatamente nel seggiolone e comincia a preparargli qualcosa da mangiare. Anna di tanto in tanto gli sorride per cercare di calmarlo. Il bambino smette a poco a poco di piangere e la fissa interrogativo.

SCENA 23

INTERNO GIORNO - CASA DI MARCO

Marco è seduto su un divano in un minuscolo soggiorno. Indossa una tuta. Sfoglia alcune riviste e giornali sparsi disordinatamente nella stanza mentre di tanto in tanto guarda con un'espressione un po' ebete la televisione accesa ma a volume azzerato. Sullo schermo un uomo si sbraccia freneticamente all'interno di uno studio ricolmo di merci di ogni sorta. Si apre la porta d'ingresso. Marco volge istintivamente lo sguardo in direzione del rumore. Poco dopo nella stanza entra una donna di mezz'età, elegante nei suoi vestiti di dignitosa povertà, con due buste di plastica del supermercato in mano. E' Marta, la madre di Marco.

MARTA

Ciao, Marco...
Marco accenna un sorriso. Poi torna a guardare la televisione.

MARCO Ciao, mamma...Ho già apparecchiato...

Per un attimo la donna lo fissa interrogativa. Quindi si dirige in cucina. MARTA

...Bene...

La donna comincia a riporre le mercanzie nel frigorifero e nei mobili della cucina. Mentre è impegnata in questa attività il suo sguardo si posa sul tavolo. La raccomandata non c'è più.

MARTA L'hai vista la raccomandata?

Marco volge lo sguardo verso la cucina. Quindi alza il volume della televisione con il telecomando.

MARCO

Si...
Marta ha finito di riporre la spesa e indossa un grembiule a fiori.

MARTA

Che cos'era?
Marco armeggia nervosamente con il telecomando.

Un concorso...

MARCO

Marta estrae una padella da un mobile. MARTA

Quale concorso?
Marco si guarda intorno insofferente.

MARCO

MARTA
Ah, finalmente...Era quello che aspettavamo...

Marco alza ancora leggermente il volume della televisione.

TELEVENDITORE (v.f.c.)
...Perchè signori e signore non potete lasciarvi sfuggire

questa grande occasione...

MARCO Che aspettavo, mamma...

Marta avverte il tono risentito del figlio e si ferma un attimo in ascolto. MARTA

Si, certo...
Quindi ricomincia a cucinare.

TELEVENDITORE (v.f.c.)
...Quindi continuate a telefonare, telefonare, telefonare...

Voglio sentirli bruciarli questi telefoni... MARTA

Quando ce l'hai?

Alla USL di Livorno... Marta versa dell'olio sulla padella.

MARCO Marta riempie una pentola d'acqua.

Fra una settimana...

MARTA Allora devi metterti sotto...Hai studiato?

Marco sbuffa senza rispondere. Marta si ferma nuovamente e si avvicina allo stipite della porta. Il figlio avverte la presenza della madre e volge lo sguardo verso la cucina. La madre lo guarda in silenzio.

MARCO

Si, certo...qualcosa...

TELEVENDITORE (v.f.c.)
...Ancora sessanta telefonate per questa meravigliosa

offerta...

MARTA
Lo sai che è importante...Quando tuo padre preparava il concorso da aiutante ufficiale giudiziario studiava giorno e

notte...e io gli preparavo da mangiare...
La donna sorride al ricordo. Marco la guarda in silenzio.

MARTA
...tuo padre ce la fece senza l'aiuto di nessuno...era così

orgoglioso...Dovresti prendere esempio da lui...

MARCO Mamma, erano gli anni Cinquanta...

La donna lo guarda improvvisamente triste e contrariata.

MARTA Si...scherza, scherza tu...

La donna ritorna mogia mogia in cucina. Marco sempre più insofferente si alza dal divano e si avvicina alla finestra. Fuori non piove più ma il cielo è di un grigio intenso. Il teleimbonitore urla sempre più affannosamente le sue offerte.

TELEVENDITORE (v.f.c.)
...un orologio al quarzo, un materasso, e un meraviglioso vibromassaggiatore, tutto questo ben di Dio solo per centoquarantanovemila lire...cosa sono

centoquarantanovemila lire...

SCENA 24

INTERNO GIORNO - CASA CACACE

Anna è nuovamente seduta alla scrivania. Il bambino invece è sul divano davanti allo schermo televisivo completamente assorto nella visione di un cartone animato. Sulla scrivania Anna tiene un libro aperto. La ragazza legge ripetendo fra sè alcune frasi.

ANNA
...Dunque...Il più importante degli istituti di sicurezza sociale è costituito dall'organizzazione sanitaria, che è diretta alla promozione, al mantenimento e al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione, senza distinzione di condizioni individuali e sociali e secondo modalità che

assicurino l'eguaglianza dei cittadini...

Anna si ferma e alza gli occhi fuori dalla finestra. Le luci della città si stagliano sul grigio cupo del cielo come se fosse di sera. Una sirena urla in lontananza. L'espressione del viso di Anna si fa improvvisamente triste.

Dissolvenza in nero.

SCENA 25

INTERNO GIORNO - SALA DI REGISTRAZIONE
Marco con le cuffie in testa armeggia con dischi, cassette e cd in un minuscolo studio di registrazione. La saletta è insonorizzata con i classici contenitori cartonati per le uova che tappezzano completamente le pareti, alle quali sono appesi alcuni vecchi poster colorati di cantanti e musicisti. Giradischi, registratori, lettori cd e mixer sono ammassati su una spartana consolle di legno usurata dal tempo. Una pila di riviste musicali sono ammassate in un angolo. Su uno dei lati una grande finestra di vetro trasparente apre la visuale su un ufficio adiacente dove una ragazza magra con i capelli a caschetto e quasi completamente vestita di nero scrive qualcosa su dei fogli sparsi sulla scrivania. Marco spegne tutti gli apparecchi, estrae velocemente una cassetta da una piastra, la ripone nel suo contenitore, afferra il giubbotto ed esce. Si dirige quindi verso la ragazza, che sta organizzando gli orari della programmazione radiofonica su delle tabelle, e le porge la cassetta.

MARCO Maria...questa è la mia cassetta per il notturno...

La ragazza alza gli occhi su di lui tenendo la penna in bocca. Poi gli allunga la mano.

MARIA
Maria dà un'occhiata ai titoli dei pezzi registrati da Marco. Poi gli si rivolge

Si, dai qua...

nuovamente.

...Umore nero, eh? Marco si infila il giaccone.

Non più del solito... La ragazza sorride.

MARIA

MARCO

MARIA
Che ti è successo? Un trauma, una donna o...hai trovato un

lavoro a tempo indeterminato?

MARCO No, peggio...un concorso...

MARIA

Qualche speranza?

MARCO Praticamente nessuna...

MARIA MARCO MARIA

Marco sorride e le si avvicina come se volesse confidarle un segreto.

MARCO
Non dirlo a nessuno...faccio domanda ai concorsi solo per

socializzare e fare nuove conoscenze... La ragazza sorride sinceramente divertita.

MARIA
...Capisco...una interessante alternativa alla solitudine e

all'angoscia del disoccupato...eccetera, eccetera...

Quanti siete?
Oh, solo ottomila... Almeno avrai compagnia...

MARCO ...E quindi più si è più ci si diverte...

MARIA
Ehi, allora potreste organizzare un rave party...

MARCO
...Buona idea...non ci avevo pensato...La proporrò alla commissione del concorso...(guarda l'orologio)...Beh, però

ora devo andare...
Che fai stasera?
Stasera lavoro...è il mio turno all'albergo...

Ma tu non dormi mai... Marco fa spallucce.

MARIA
...Allora già che ci sei dai un orecchio al programma di

mezzanotte. E' in rodaggio...Poi dimmi che ne pensi...

MARCO Va bene...ci vediamo...ciao...

MARIA MARCO MARIA

MARIA Marco esce mentre Maria si rimette al lavoro.

SCENA 26

ESTERNO SERA - IN STRADA
Anna cammina tra la folla su un marciapiede illuminato dalle luci delle vetrine dei negozi e dai fari delle automobili. Ogni tanto si ferma davanti a qualche vetrina ad osservare le merci esposte. Improvvisamente qualcuno la strattona ruvidamente per una manica. Anna si volta di scatto. Davanti a lei una donna grassa sui quaranta anni infagottata in un giaccone sgualcito e con una vecchia borsa nera in mano. Ha i capelli corti e dimostra almeno dieci anni di più.

Ciao...

DONNA
...La prego, signorina...mi aiuti...sono senza lavoro...

Anna la guarda un po' imbarazzata. La donna la fissa con uno sguardo angosciato.

ANNA ...Non so...non ho soldi...

Ma evidentemente la donna non sta chiedendo l'elemosina e, per quanto dimessa nell'aspetto, non è una barbona.

DONNA
...La prego...mi faccia fare qualcosa...mi dica dove posso

andare...
Anna cerca di guardare altrove.

ANNA ...Davvero...non saprei...

Accanto ad Anna passa un uomo distinto con una cartella in mano. La donna si rivolge a lui.

DONNA
...Mi aiuti...sono disperata...sono senza lavoro...

L'uomo la guarda indifferente e passa oltre senza dire niente e senza degnarla di alcuna attenzione. La donna allora si gira nuovamente verso Anna e appoggia la mano sulla manica della sua giacca.

DONNA
...Non ho più un lavoro...non so dove andare...

Anna la fissa per un lungo attimo come se non capisse il significato delle sue parole.

DONNA
...Sono disperata...mi aiuti...la prego......voglio suicidarmi...

Anna assume un'espressione spaventata.

ANNA ...Non posso fare niente...niente...

Anna si libera con un brusco strattone dalla mano della donna e riprende a camminare come se volesse fuggire. Dopo pochi metri Anna si volta nuovamente verso la donna che la sta ancora osservando in un silenzio disperato. Anna la fissa ancora per un lungo attimo. Poi accelera ancora di più il passo e svolta in una via laterale.

SCENA 27

ESTERNO SERA - IN AUTOMOBILE
Marco guida lentamente nel traffico della sera. Ha la radio accesa. La voce roca e impastata di un cantante saltella sul ritmo di una vivace tammurriata costruita da contrabbasso, batteria e fisarmonica. Marco si ferma dietro ad una fila di automobili ferme ad un semaforo rosso. Quindi si appoggia al finestrino e guarda fuori con aria stanca. Poco lontano un ragazzo dai tratti somatici mediorientali attraversa la strada con una spugna bagnata in mano. Si avvicina alle automobili in coda e chiede a gesti agli automobilisti di poter pulire i vetri. Quasi nessuno accetta. Intanto il pezzo musicale sfuma e interviene la voce del disc jockey.

DISC JOCKEY
Bene...Molti anni fa Yulak, un poeta zingaro, scriveva..."Voglio passar sulla terra / nascosto e sconosciuto / come un viandante di notte / e attraversare a nuoto / il fiume della vita / contro corrente / e con il vento in

faccia...

Qualcuno dietro suona il clacson. Il semaforo è diventato verde e la coda di automobili si rimette velocemente in moto.

SCENA 28

ESTERNO NOTTE - IN STRADA
Anna cammina frettolosamente su un marciapiede. E' visibilmente turbata. Giunta davanti all'insegna di una parrucchiera si ferma, apre la porta a vetri ed entra.

SCENA 29

INTERNO NOTTE - SALONE DA PARRUCCHIERA
Il salone è vuoto. Solo due ragazze vestite con dei camici verdi spazzano per terra con le scope. Una delle due, Roberta, una ragazza bionda sui trent'anni dalla pelle molto chiara, sorride ad Anna appena entrata.

Ciao, Anna...

ROBERTA ANNA

Ciao, Roberta...disturbo?

ROBERTA
No, no...abbiamo finito...Mi tolgo il camice e arrivo.

Roberta la scruta attentamente. Poi si allontana ed entra in una stanza attigua al salone. Poco dopo ne esce con la borsetta e una giacca in mano. Anna le sorride nervosamente.

ROBERTA
Fatto...(poi rivolgendosi all'altra ragazza)...Allora a domani.

Ciao...
Le due ragazze escono.

SCENA 30

ESTERNO NOTTE - IN STRADA
Anna e Roberta camminano su un marciapiede. La strada ora è meno affollata. Le insegne luminose dei negozi si riflettono nelle pozzanghere. Roberta prende sottobraccio Anna che appare assente.

ROBERTA
Allora, com'era oggi l'erede Cacace? Si sta abituando a

comandare?

ANNA
Oh, tutto sommato non è tanto cattivo...c'è di peggio...

Anna volge lo sguardo altrove. Alcune persone aspettano l'autobus sotto la pensilina. Roberta scruta con attenzione l'amica.

ROBERTA

Che c'è, Anna... Anna cerca di svicolare.

ANNA ...Niente, sono solo un po' stanca...

ROBERTA
Non cercare di mentirmi...ti conosco troppo bene...

ANNA
...No...è che oggi non sono riuscita a studiare un granchè...e fra pochi giorni ci ho questo concorso...sono un po'

preoccupata...
Anna cerca di sorridergli rassicurante.

ROBERTA
Da quando in qua vai in paranoia per un concorso? Non sei

una novellina in materia...
ANNA

...No, certo...

ROBERTA E allora...cosa c'è che non va...

Anna si ferma vicino ad un portone. Si libera dal braccio dell'amica e comincia a guardarsi intorno come se cercasse di trovare le parole.

ANNA
...Poco fa ho incontrato una donna...non l'avevo mai vista prima...e...così...senza avermi mai visto mi ha chiesto disperata di aiutarla perchè non aveva lavoro e voleva suicidarsi...E io...sono rimasta lì come un baccalà...non mi

veniva da dirle niente...

ROBERTA ...Beh...non potevi fare niente...

Anna inizia ad accompagnare le sue parole con le mani.

ANNA
...Si...ma è proprio questo il fatto...una persona mi chiedeva aiuto e io non potevo fare niente...è stato terribile...come

vedersi annegare senza riuscire a muoversi... Rimane un attimo pensierosa. Poi riprende.

ANNA
...E' come se per un momento mi fossi vista in uno specchio deformante...In fondo che cosa ci divideva? Solo quattro

soldi...Senza quelli saremmo uguali... Roberta appoggia una mano sulla spalla di Anna.

ROBERTA
Non angustiarti...non puoi risolvere da sola i problemi del mondo...certe cose sono così grandi che nemmeno le

vediamo...

ANNA
Si, certo...ma se non riusciamo ad incidere nemmeno nelle cose più piccole...Mi chiedevo...se mi trovassi nella stessa

situazione cosa farei io?

ROBERTA
...Non ci pensare...tu per fortuna non sei in quelle

condizioni... Roberta sorride.

ANNA
...Non è così semplice...E' come se in un attimo quella donna mi avesse fatto vedere chiaramente quello che sono... tutta la tristezza delle mie giornate incolori...forse è proprio... ecco, forse quello che riesco a sopportare sempre meno è proprio che ogni giorno è come al solito...senza colore... Passo il tempo ad arrabattarmi per quattro soldi...con la

gente che neanche si accorge che esisto... ROBERTA

No, dai...non è così...

ANNA
...E com'è? Bene o male tu hai dei punti di riferimento. Hai Riccardo...ogni giorno esci di casa e vai a lavorare al negozio...Non sarà bello, ma sai cosa devi fare. Puoi litigare con le tue colleghe o con la padrona...Io, invece...passo da un lavoretto all'altro senza prospettiva, senza vie di fuga e senza nessuno con cui condividere la mia condizione...E quando alla fine di ogni settimana mi chiedo che cosa ho fatto, cosa ho fatto realmente, non so mai cosa

rispondermi...Mi sento alla deriva...in un'attesa inutile...

ROBERTA
...Dai non buttarti giù...troverai anche tu qualcosa da fare... Pensa che io spesso invidio te...Ci sono dei giorni che guardo fuori dalla vetrata del salone...il sole, la gente che passa...e mi dico: "Ora mi tolgo il camice, schiaffeggio un paio di clienti e me ne vado. Giuro che lo faccio". Ma poi mi

giro, guardo le mie colleghe e il coraggio se ne va...Non saprei cos'altro fare...Credo che faresti meglio a vedere la tua vita come una strada con tante possibilità ancora aperte ...Credimi, non sempre avere una vita troppo definita rende felici...

Anna rimane un attimo pensierosa.

ANNA
...Sarà come dici tu...però a volte mi sento così stanca...

ROBERTA
...Oh, se è per questo anch'io...Oggi abbiamo avuto una

quarantina di clienti...

Roberta sorride e riprende l'amica sotto braccio. Le due ragazze riprendono a camminare.

ROBERTA
...Dai, non ci pensare più...Che fai stasera?

ANNA
Ecco, per l'appunto devo lavorare...ho una tesi da battere...

ROBERTA

Interessante?

ANNA
Mah, una roba di architettura...non so...

Le ragazze si allontanano nell'oscurità.

SCENA 31

INTERNO NOTTE - HALL DI UN ALBERGO
La hall dell'albergo è piccola e non particolarmente elegante: un divano e qualche poltrona sgualcita, un tavolino di vetro, qualche pianta dalle foglie larghe, una televisione. Marco è vestito con la divisa da portiere d'albergo, una giacca blu dai bordi amaranto e i bottoni dorati. Siede dietro il bancone della reception. La hall dell'albergo è deserta. La televisione è accesa ma a volume azzerato e senza spettatori. Marco sta sfogliando il registro dell'albergo. Dallo stanzino dietro di lui esce un uomo di circa sessant'anni che si infila la giacca. E' il proprietario dell'albergo. Marco alza lo sguardo dal registro.

PROPRIETARIO
Allora Marco, siamo d'accordo...alle sette viene Alberto a

darti il cambio...E mi raccomando quando vai a farti un sonnellino chiudi la porta d'entrata, l'ultima volta si sono portati via il distributore automatico del caffè...

MARCO ...Si, ma tanto non funzionava...

PROPRIETARIO
...Non è questo il punto...non possiamo permettere queste cose per il buon nome dell'albergo...non è mica Bengodi...e

poi mica lo sapevano che non funzionava...

L'uomo si avvia alla porta a vetri dell'ingresso, mentre sul viso di Marco, non visto, si disegna una smorfia di scetticismo. L'uomo si volta ancora verso di lui. Marco subito sorride accondiscendente.

PROPRIETARIO
...Ah, e poi se un cliente ti chiede di portargli un caffè o

qualcosa da bere in camera tu portagliela, capito?

MARCO Ma sono solo...come faccio?

L'uomo sbuffa d'impazienza.

PROPRIETARIO
...Bisogna proprio spiegarti tutto...Chiudi l'ingresso a chiave, porti la consumazione al cliente, poi scendi di nuovo e riapri...non è difficile...Ah, e ricordati di segnargliela sul conto la consumazione, che il "Leon d'oro" non è mica il Bengodi...

Beh, ora vado...buonanotte.

MARCO Buonanotte, signor Sattone.

Appena l'uomo è uscito Marco si china e prende dei libri da una borsa. Quindi aggira il bancone e si siede nella poltrona davanti alla televisione. Appoggia i libri accanto a sè. Afferra il telecomando e cambia canale fino a quando non trova un programma di video musicali. Quindi alza il volume. Un gruppo inglese sta suonando in un'area industriale deserta. Il cantante, vestito con un largo giaccone verde, porta capelli corti e un paio di occhiali scuri. Si afferra con energia ad un microfono e canta sopra un energico ritmo rock chitarristico mentre un elicottero volteggia lentamente sopra di lui.

Dissolvenza.

SCENA 32

INTERNO NOTTE - CASA DI ANNA
Anche Anna ha la televisione accesa ma su un programma di cartoni animati. La ragazza batte velocemente con le dita sulla tastiera di un piccolo computer. Sta copiando il contenuto di alcuni fogli che ha di fianco sul tavolo. Ogni tanto ripete fra sè qualche frase come per ricordarla meglio.

ANNA (fra sè)
...Due concorsi...virgola...per la facciata del Duomo di Milano...e per il monumento a Donatello...da erigersi a Firenze...virgola...nella chiesa di san Lorenzo...virgola...

sono il punto focale della pubblicazione...punto

Anna distoglie lo sguardo dallo schermo del computer. Si stiracchia sulla sedia e dà un'occhiata al cartone animato trasmesso dalla televisione. Un grosso gatto cammina baldanzosamente vestito da generale facendo il saluto militare ad un plotone di altri gatti soldati sull'attenti. All'improvviso un piccolo topo armato di martello passa di corsa in mezzo ai gatti dando colpi a destra e a manca sulle zampe dei gatti e alzando nuvolette di polvere. Lo scompiglio si propaga a tutti i gatti con effetti comici esilaranti. Anna ride di gusto. Ma la scena viene interrotta dalla pubblicità. Anna sbuffa. Si alza dalla sedia. Prende il telecomando e spegne la televisione. Quindi si avvicina alla finestra che dà su una strada periferica illuminata fiocamente da un paio di lampioni. La strada è completamente deserta. Solo un gatto la attraversa di corsa e scompare nell'androne del palazzo di fronte.

Dissolvenza.

SCENA 33

INTERNO NOTTE - HALL DELL'ALBERGO
La televisione trasmette ancora video musicali. Una ragazza di colore dallo sguardo felino si avvicina carponi alla telecamera cinguettando su un sinuoso ritmo funky. Marco sta dormendo sulla poltrona. Una mano batte leggermente sulla sua spalla. Marco riapre lentamente gli occhi. Il suo sguardo assonnato si fissa per un attimo sullo schermo televisivo. Poi si volta. Una ragazza di colore vestita con giubbetto leopardato, vistosa minigonna rossa, calze nere velate e tacchi alti lo guarda senza espressione. Marco invece sorride imbarazzato. Una brusca voce maschile alle sue spalle lo fa trasalire.

UOMO
Ehi, allora ce la dai o no questa camera?

Marco rimane un attimo attonito. Un uomo, sui quarantacinque anni e folti baffi neri lo guarda ostile sotto un paio di occhiali dal vetro grigio. Ha la giacca

sbottonata, camicia rossa e cravatta verde allentata. Si gratta leggermente il petto. Al polso porta un orologio vistoso. Marco lo guarda come affascinato da tanta volgarità esibita, ma subito si riprende e si alza dalla poltrona.

MARCO ...Certo...certo, scusate...mi ero appisolato...

L'uomo sorride sarcastico. Mentre Marco si alza l'uomo dà un'occhiata interessata ai libri appoggiati sulla poltrona.

UOMO Ce ne eravamo accorti...

Marco si dirige dietro il bancone della reception, afferra una chiave e la porge all'uomo.

MARCO ...numero trentasette...primo piano...

L'uomo afferra la chiave con gesto felino, si volta e la porge alla ragazza.

UOMO
Tu va di sopra e aspettami. Io arrivo subito.

La ragazza prende la chiave e comincia a salire le scale. L'uomo rimane un attimo a guardarla fino a quando non scompare sul pianerottolo. Poi si rivolge a Marco sorridendo soddisfatto.

...Bella manza, eh? Marco lo guarda esterrefatto.

UOMO

MARCO

...Prego?
L'uomo si guarda intorno come se cercasse qualcosa.

UOMO
Ma che ne sai tu...Senti, piuttosto, dove si può bere

qualcosa?
...Ehm...veramente il bar è chiuso...

MARCO

L'uomo si volta e lo guarda nuovamente ostile.

UOMO E tu? Che ci stai a fare?

MARCO ...Beh...io sarei il portiere...

UOMO E io il centravanti! Goal!

L'uomo fa l'atto scherzoso di rifilargli un pugno nello stomaco. Marco istintivamente si butta all'indietro sbattendo contro il quadro delle chiavi e facendole tintinnare come tante campanelle. L'uomo ride sguaiatamente. Poi assume un atteggiamento più comprensivo.

UOMO
Scusa, non volevo spaventarti...siamo tutti un po' stanchi...

Dai dammi qualcosa da bere...tanto qui ci siamo solo noi...

Marco rimane un attimo immobile. Poi aggira il bancone della reception e si dirige verso il bar seguito dall'uomo. Giunto al bancone del bar si volta verso di lui e gli indica una breve fila di liquori alle sue spalle. L'uomo osserva attentamente le bottiglie che contengono liquidi di vari colori.

UOMO
Non c'è una gran scelta...bah...dammi un whisky.

Marco prende un piccolo bicchiere affusolato e lo riempie di liquore.

UOMO Dai, fattene uno anche tu. Offro io.

MARCO Veramente...non potrei...sono in servizio...

L'uomo sorride.

UOMO
E chi ti vede? Il padrone non c'è...Non crederai mica in Dio

che ti guarda da lassù?

L'uomo accenna un gesto in levare con il bicchiere in mano e ride di nuovo sguaiatamente.

UOMO
Dai, in questo momento siamo soli tu ed io a questo

mondo...

Marco esita un momento. Poi prende un altro bicchiere e lo riempie a metà. L'uomo lo scruta con attenzione.

UOMO
Tu non sei un vero portiere d'albergo, vero?...Nel senso che

non lo fai di mestiere...Di solito c'è un altro... Marco beve un sorso del suo whisky.

MARCO
...Si, non lo faccio sempre...solo tre giorni alla settimana...

UOMO E che fai gli altri giorni?

MARCO
...Oh...tante cose......mi arrangio...faccio dei lavoretti...

lavoro in una radio...E poi studio per dei concorsi...

UOMO
Che vuol dire 'faccio lavoretti'? Uno della tua età dovrebbe

sapere cosa fare nella vita...
Marco sorride imbarazzato. Poi beve un altro sorso di liquore. L'uomo continua.

UOMO ...scommetto che hai anche studiato...

L'uomo beve sua volta. Poi riprende.

UOMO
...che gran perdita di tempo la scuola...almeno si scopasse di più...(ride)...il problema è che anche quello è vietato...Ma non c'è da fartene una colpa...Anch'io non ho sempre fatto

questo...lavoro, sai?...

L'uomo fa un cenno in alto con il bicchiere in mano come a indicare la camera di sopra.

UOMO
...per dieci anni ho anche fatto l'impiegato...Alla fine non ne

potevo più. Avrei fatto qualsiasi cosa per andarmene...Poi un viaggio all'est con un amico...Mi guardo attorno...tanta povertà da star male, tante belle ragazze senza risorse...e così...una cosa tira l'altra...ungheresi, rumene, nigeriane, albanesi...

Marco si guarda intorno come se cercasse qualcosa. L'uomo nota il suo gesto. UOMO

...Qualcosa non va? Marco sorride rassicurante.

MARCO

...No, no...
L'uomo osserva il suo bicchiere. E' vuoto. E anche quello di Marco.

UOMO
Dai, facciamocene un altro. Offro sempre io...

Marco versa ancora whisky nei bicchieri. L'uomo riprende il filo dei suoi discorsi.

UOMO
...Non è mica facile, sai? Lasciare tutto e mettersi a fare una cosa che mai ti eri immaginato prima...Poi ci si abitua...e poi

quando arrivano i soldi...
L'uomo beve imitato da Marco che lo guarda in silenzio.

UOMO
...Sai, potrei dire di aver messo su una bella impresa...con

tutta la gente che lavora per me...
L'uomo ride di nuovo sguaiatamente. Marco sorride accondiscendente.

UOMO
...Ma io sono buono, mica come gli altri...niente botte, minacce...solo un sano rapporto di interessi...tutti ci guadagnano e nessuno si fa male...Mi sono comprato anche un sacco di case...anche se non ci vado mai...con il mio lavoro mi tocca dormire quasi sempre in albergo...è da

ridere...
L'uomo beve ancora. Poi cambia discorso.

UOMO E tu ce l'hai la fidanzata?

Marco tentenna.

MARCO ...Ecco, veramente...in questo momento...

UOMO
...Ho capito, non ce l'hai...Ehi, ma che stai facendo alla tua vita...Lavoretti, concorsi, niente soldi, niente donne e...

(indica il bicchiere di marco) poco alcool... Marco subito beve.

UOMO
...ce ne abbiamo una sola di vita...mica possiamo risparmiarci per la prossima...Io ci campo su questa filosofia...Che credi... che se ci fosse un'altra vita dopo questa quelle ragazze lavorerebbero per me?...Certo che

no...e io sarei disoccupato.
L'uomo ride di gusto mentre Marco lo guarda sempre più imbarazzato.

UOMO ...Dai, voglio farti un regalo...

L'uomo estrae dalla tasca una chiave attaccata ad un portachiavi trasparente sul quale c'è scritto un indirizzo e la porge a Marco.

UOMO
...ho una casa sulle Cinque Terre, a Corniglia...conosci le

Cinque Terre?

MARCO
...ci andavo da ragazzo...sono nato a La Spezia...

UOMO

Ma allora è perfetto!
...ma sono molti anni che non ci torno...

MARCO

UOMO
...Va bene, non importa...l'indirizzo è scritto nel portachiavi... io non ci vado mai...prendila e portaci qualche ragazza...se

non si innamora lì non c'è speranza...

L'uomo ride con la sua tipica espressione sguaiata mentre Marco guarda sorpreso la chiave che tiene in mano.

MARCO ...ma...non posso accettare...

UOMO
...non ti preoccupare...io non ci vado mai...Ci vai qualche volta e quando non ti va più mi lasci la chiave qui a mio

nome...va bene?...

MARCO ...ma io non la conosco...

UOMO
...Ah, già, è vero non ci siamo presentati...mi chiamo Claudio

Pera...(l'uomo porge la mano a Marco)...e tu? Marco ricambia titubante la stretta di mano.

MARCO ...Marco...Marco Giannini...

UOMO
...okay, ora ci conosciamo...non ti preoccupare, va tutto

bene...
L'uomo guarda l'orologio. Poi appoggia il bicchiere sul bancone.

UOMO
...ora però bisogna che vada...sennò la mia signora si

incazza...

L'uomo esplode in un'altra delle sue risate incontrollate. Poi stringe nuovamente la mano a Marco.

UOMO
...Piacere di averti conosciuto Marco...a presto...

MARCO

...buonanotte...e grazie...

L'uomo si avvia verso la scala. Poi si volta nuovamente verso Marco indicando col dito la chiave che tiene in mano.

UOMO
...e usala quella, mi raccomando...non ce l'abbiamo un'altra

vita...

Marco sorride in segno di assenso mentre l'uomo scompare sulle scale. Si rigira la chiave in mano.

MARCO (fra sè) ...ma guarda questo...

Poi si mette la chiave in tasca. Torna a sedersi in poltrona. Apre svogliatamente uno dei libri. Si tratta di un libro di test. Marco ripete i quesiti fra sè.

MARCO (fra sè)
...Allora...il conto del tesoriere deve essere presentato alla

U.S.L. entro: a) il 28 febbraio; b) il 30 aprile; c) il 30 giugno...

La televisione trasmette ancora video musicali. Ora alcune ragazze a cavalcioni di una specie di missile volteggiano allegramente in un immenso spazio astratto di immagini elettroniche colorate.

Dissolvenza in nero.

SCENA 34

INTERNO GIORNO - CASA DI ANNA
La stanza è nel buio più completo. Nell'oscurità scatta una radiosveglia. Subito parte un vivace ritmo rock condotto da un trio di basso, batteria e chitarra elettrica su cui un cantante inglese dalla voce vagamente strozzata sembra lamentarsi di qualche cosa. Una abat jour si accende nel buio. Anna si allunga verso il comodino e guarda l'orologio. Quindi sospira stancamente e richiude la luce. Il brano musicale sfuma e interviene la voce del d.j..

D.J.
...anche oggi una giornata grigia...l'oscurità della notte non sembra voler finire...quell'oscurità di cui parlano anche i Cure in questo vecchio brano...Guarda nell'oscurità / segui soltanto i tuoi occhi...Nell'oscurità sento la sua voce / E comincio a correre fra gli alberi...Mi sono perso in una foresta / Tutto solo...eccetera, eccetera...Bene, sono le sette e quaranta del mattino qui a Radio Ulisse...di questa fredda

mattina invernale che solo la nostra musica può riscaldare... ancora una canzone e poi le notizie del mattino...

Mentre la voce dello speaker sfuma sale il volume di un altro brano rocckeggiante. Ma Anna spegne la radio. Si alza dal letto e apre la serranda della finestra. Rimane un attimo a guardare fuori con aria assonnata. Il cielo è plumbeo e alcune automobili passano lungo la strada con i fari accesi.

SCENA 35

INTERNO GIORNO - STUDIO RADIOFONICO
Marco è seduto alla consolle davanti ad un microfono.

MARCO
...quindi Blue Agent vi saluta e vi dà appuntamento a martedì perchè il vostro affezionato disc jockey per un paio di giorni avrà degli avventurosi e improrogabili impegni esistenziali. Ma vi invita a rimanere sintonizzati sulle magiche onde di Radio Ulisse e dei suoi programmi che vi scalderanno le gambe, il cervello, ma soprattutto il cuore. Rimanete con noi,

dunque. Ciao e a presto.

Marco inserisce la cassetta della pubblicità, si toglie le cuffie e le appoggia alla consolle. Subito un altro giovane entra in cabina con una mazzetta di giornali in mano.

MARCO Ciao, Giovanni...che notizie ci porti?

Marco si alza dallo sgabello girevole. Giovanni prende subito il suo posto e si prepara per trasmettere.

GIOVANNI
Le solite...guerre, tragedie, catastrofi e qualche pettegolezzo

per indorare la pillola...
Marco afferra il giaccone appoggiato su una sedia vicina e lo indossa.

MARCO
Allora non mi perdo niente se vado a dormire...

Giovanni sorride mentre indossa le cuffie. GIOVANNI

Ti perdi il piacere minimale della ripetizione...

I due ridono. Poi Marco fa un cenno di saluto a Giovanni ed esce dalla cabina. Si accende una sigaretta. Nell'ufficio accanto Maria sta parlando al telefono con qualcuno. Appena vede Marco gli fa cenno di fermarsi con la mano libera. Marco intanto dà un'occhiata ai messaggi scritti su dei fogliettini appesi con delle puntine ad una grande bacheca di legno. Poco dopo Maria riaggancia la cornetta.

MARIA
Ehi, per caso ieri sera hai ascoltato il programma di

mezzanotte?

MARCO
No, mi dispiace, mi sono addormentato.

MARIA
...Ah, peccato...dicono che sia veramente buono...vabbè...

Maria comincia ad armeggiare con una penna.

MARIA
...ho sentito che per qualche giorno non ti farai vedere...

MARCO
Si, sai devo fare qualcosa per il concorso di lunedì...

MARIA ...Ah, allora in bocca al lupo...

MARCO

Grazie...
Marco accenna ad andarsene ma Maria lo richiama.

MARIA
...A proposito...guarda cosa ho trovato l'altro giorno in una

bancarella...

Maria comincia a scartabellare una pila di fogli e pubblicazioni accatastati alla rinfusa sulla scrivania.

MARIA ...era proprio qui...Ah, ecco!

Maria estrae uno smilzo librettino e comincia a leggerne il titolo.

MARIA
..."Come trovare lavoro"...sottotitolo..."La prima guida completa per chi è disoccupato e cerca un posto, un impiego

o qualcosa da fare"...
Marco si appoggia di sbieco alla scrivania di Maria.

MARCO ...io opterei per il 'qualcosa da fare'...

I due ridono. Poi Maria sfoglia velocemente il librettino e riprende.

MARIA
...senti qua..."Capitolo uno. Ragni o leopardi?"...e poi... pagina 9..."Allora è questione di atteggiamento. Si può essere come un ragno che tesse la tela e aspetta pazientemente che la preda vi cada, oppure leopardi che braccano la selvaggina, la rincorrono e infine la catturano"... Tu in cosa ti identifichi: ipotesi A) ragno oppure ipotesi B)

leopardo? Marco ci pensa un attimo.

MARCO Si può scegliere un altro animale?

Maria gli risponde imitando la voce di un presentatore televisivo.

MARIA
Ahiahiahiai signora Longari...risposta errata...vedo che lei non ha capito la logica del bipolarismo: o di qua o di là, A o B,

Milan o Inter, pastasciutta o pan bagnato... I due ridono di gusto.

MARCO Insomma qual'era la risposta giusta?

MARIA
Ma come...non hai capito? Mi deludi...siamo o no una società altamente competitiva? Allora senti qua..."Poi esistono i leopardi, cioè coloro che, nella ricerca del lavoro, profondono il massimo delle energie. I leopardi sono disposti

a rischiare, a giocarsi tutto, ad aprire attività, a impegnarsi, magari a non dormire la notte pensando al lavoro"...

MARCO
...In quanto a quest'ultimo punto non sono secondo a

nessuno...sul fatto di non dormire la notte, intendo...

MARIA
Non avevo dubbi in proposito...Prendi, puoi tenerlo...così ti

metterà di buon umore...

Maria porge il librettino a Marco che lo prende e dà un'occhiata alla foto di copertina. Un giovane biondo vestito con maglietta e jeans scruta un orizzonte sconfinato e illuminato da un sole radioso. Marco sorride e lo infila nella tasca del giaccone.

MARCO
Ha fatto una brutta fine il 'sol dell'avvenir'...Grazie comunque...Ora però ti saluto perchè sono distrutto. Ci

vediamo...

Ciao...

MARIA

Marco fa un cenno di saluto a Maria ed esce. La ragazza subito alza la cornetta del telefono e compone un numero.

SCENA 36

ESTERNO GIORNO - STAZIONE DEI PULLMAN
Una stazione dei pullman con molte pensiline. Sottili colonnine di cemento sorreggono tettoie di plastica trasparente che fanno filtrare una luce verdognola sui marciapiedi. E' un'altra giornata grigia ma con qualche schiarita all'orizzonte. Sui marciapiedi sotto le pensiline stazionano pochi annoiati viaggiatori. Anna, vestita con jeans, maglione e giacca di lana grigia, aspetta il suo pullman. In mano tiene una piccola borsa da viaggio blu. La ragazza si guarda intorno con aria incerta. Poi attraversa la strada. Si ferma davanti ad una piccola bacheca di vetro dentro la quale sta appeso l'orario degli autobus. Poi guarda l'orologio sopra la bacheca e lo confronta con il suo. Quindi riprende la borsa, gira su sè stessa e rimane in piedi, incerta sul da farsi, a guardarsi intorno.

Dissolvenza.

SCENA 37

ESTERNO GIORNO - STAZIONE DEGLI AUTOBUS
Anna sta ora seduta su una panchina di metallo verde. Ha in mano un libro

aperto in grembo su cui sottolinea alcune frasi con una matita. Improvvisamente viene come risvegliata dal suono squillante del clacson di un pullman in arrivo. Anna si volta di scatto come se fosse stata colta di soprassalto. Il pullman rallenta e accosta al marciapiede. Si aprono le porte e ne discendono solo poche persone. Dalla porta anteriore scende l'autista, un uomo grasso sulla cinquantina vestito di blu.

AUTISTA

Capolinea!
Poi si rivolge a due persone che stanno per salire.

AUTISTA

Torno subito.

Quindi si allontana velocemente dirigendosi verso un bar poco lontano. Poco dopo ne esce e si affretta verso il pullman. Anna è sempre seduta sulla panchina con il libro in mano.

AUTISTA
Signorina deve prendere il pullman? Sto partendo ora.

Anna distoglie lo sguardo dal libro. Davanti a lei, in piedi, l'autista del pullman. La ragazza lo guarda senza capire.

ANNA

Come?

AUTISTA Si...dico...se deve prendere il pullman...

Anna sorride imbarazzata

ANNA ...Ah, certo, certo...mi scusi.

L'autista si riavvia verso il pullman. Anna si alza e afferra la borsa. Quando sta per salire sull'autobus scorge una fotografia abbandonata sul marciapiede. Si china a raccoglierla. E' una polaroid che ritrae una famiglia sorridente: un uomo, una donna e due bambini. Anna la osserva un attimo con attenzione. Poi sale sul pullman tenendola in mano.

Dissolvenza.

SCENA 38

INTERNO GIORNO - SUL PULLMAN
Anna è seduta e guarda fuori dal finestrino. Le immagini di una classica cittadina balneare e turistica scorrono attraverso il finestrino. In mano la ragazza tiene ancora la polaroid trovata per terra e la osserva pensosa. Poi sorride fra sè. Il suo sorriso è triste e gioioso allo stesso tempo come se il suo intimo fosse lacerato da opposti pensieri. Poi apre il finestrino e lascia volare via la fotografia. Per un attimo la ragazza rimane affacciata a guardare la foto volteggiare nell'aria. Quindi richiude il finestrino e si affonda ancora di più nel sedile. Sorride ancora fra sè con espressione dolente. Poi chiude gli occhi.

SCENA 39

INTERNO GIORNO - CASA DI MARCO
Marco ha gli occhi chiusi e si tiene la testa con le mani. Una voce dietro di lui lo scuote. E' Marta, sua madre.

MARTA

Non ti senti bene?

Marco è in camera sua seduto alla scrivania vicino alla finestra. Ha un libro aperto davanti a sè e una radio accesa a volume molto basso.

MARCO ...No...ho solo un po' di mal di testa...

Marta dà un'occhiata al libro di Marco. MARTA

E' per il concorso? Marco si massaggia gli occhi.

...Si...

MARCO

MARTA Vuoi che ti faccia un tè...qualcosa...

MARCO ...No, mamma, va bene così...

MARTA
...Beh, se vuoi qualcosa sono di là...Comunque fra un'ora si

pranza...

Marta esce dalla stanza. Marco ricomincia a leggere.

MARCO (fra sè)
Dunque"Con il dipierre venti dicembre millenovecentosettantanove, numero settecentosessantuno, è stato approvato uno stato giuridico del personale dipendente delle uesseelle, personale che figura ripartito nei seguenti ruoli di facile comprensione: ruolo sanitario, ruolo

tecnico, ruolo professionale e ruolo amministrativo"...

Improvvisamente l'attenzione di Marco viene attratta da una canzone trasmessa alla radio. Un cantante dal morbido falsetto intona delle rime su un suggestivo tappeto di chitarre acustiche. Marco alza leggermente il volume e guarda fuori dalla finestra. Un gruppo di bambini gioca a pallone in cortile urlando e rincorrendosi l'un l'altro. Marco sospira e apre ancora di più la finestra. Quindi si accende una sigaretta. I bambini continuano a giocare. Il fumo lentamente scivola in alto nell'aria attraverso la finestra aperta.

SCENA 40

INTERNO GIORNO - UN'ALTRA CASA
Un'altra finestra aperta. Del fumo esce da una pentola che cuoce qualcosa su un fornello. Una mano apre il coperchio. La voce di Anna.

Nonna, l'acqua bolle...
...Ah, si...arrivo...
...scommetto che te ne eri dimenticata...

ANNA NONNA (v.f.c.) ANNA

Entra in cucina la nonna di Anna, una donna sulla settantina dai folti capelli bianchi. La cucina non è molto grande ma confortevole. Qua e là sui mobili fanno capolino piante di varie dimensioni. In lontananza, attraverso la finestra, si vede il mare.

NONNA
...beh, si...sai non sono molto abituata ad avere persone a pranzo a parte te...ma a dire il vero non sono mai stata molto attenta...ho bruciato tante di quelle pentole e padelle in vita

mia...E come si arrabbiava la tua mamma...

L'anziana donna sorride al ricordo. Anna intanto butta la pasta e controlla il sugo che cuoce in un pentolino su un altro fornello.

NONNA
...Beh, comunque è tutto pronto...la tavola è già

apparecchiata...
L'anziana donna osserva attentamente Anna mentre cucina.

NONNA
...lo sai che somigli molto alla tua povera mamma?

Anna si volta e sorride senza parlare.

SCENA 41

INTERNO GIORNO - CASA DELLA NONNA DI ANNA
Anna e la nonna hanno quasi finito di pranzare in un piccolo tinello composto solo dal tavolo, un piccolo divano, una vetrinetta e una televisione.

NONNA ...Andava bene l'arrosto?

ANNA

Si, nonna.

NONNA
Allora, Anna, lunedì hai un altro concorso?

ANNA

Si, speriamo bene...

NONNA
...Te lo auguro di cuore...non sarà un granchè...ma di questi

tempi non si butta via niente, no? ANNA

...Certo...

NONNA
...Bisogna proprio dire che voi siete una generazione sfortunata...da una parte non avete vissuto la guerra la fame, la povertà, e questo è un bene...e siete arrivati troppo tardi per sognare qualche cambiamento epocale...e ora vi dicono

che al banchetto siete di troppo...Mah...che ci vuoi fare?

ANNA ...Senti...parlami della mamma...com'era?

NONNA
...Una donna forte...che amava la vita, sempre entusiasta di ogni cosa...Tuo padre la amava molto...diceva che gli rendeva sopportabile la vita e che senza di lei non ce

l'avrebbe fatta...e purtroppo era vero...

Anna guarda la nonna con una espressione dolente. La donna allunga una mano e stringe forte quella di Anna.

NONNA
...La vita non è una passeggiata per nessuno...ma anche tu

devi essere forte e amare la vita...sei così giovane... Anna è sul punto di piangere.

ANNA

...Si, certo, nonna...

Anna distoglie lo sguardo. Alcuni gabbiani si alzano in volo dalla spiaggia deserta schiacciata da un cielo plumbeo.

SCENA 42

ESTERNO SERA - IN STRADA
Marco, infagottato nel suo giaccone siede infreddolito sull'argine di un fiume. Sulla strada passano rari passanti, a piedi o in bicicletta, e molte automobili che si muovono a rilento nel traffico serale. Il cielo grigio si è leggermente aperto ed ha assunto col tramonto una strana luce rosata. Su un ponte poco lontano i passanti che camminano sul marciapiedi si stagliano sulla ringhiera come anonime sagome nere in movimento.

SCENA 43

ESTERNO NOTTE - IN STRADA
Anna e Roberta escono da un cinema in mezzo ad una folla di persone. Una enorme locandina del film campeggia a lato dell'ingresso. Un giovane dalla faccia simpatica troneggia al centro dell'immagine in mezzo ad un allegro sprizzare di stelle colorate e ad un nugolo di belle ragazze che volteggiano nello spazio. Le due ragazze si avviano sul marciapiede. Le strade sono molto trafficate e c'è molta gente in giro.

ANNA

Allora, ti è piaciuto?
Oh, lo adoro. E' già la terza volta che lo vedo...e a te?

ROBERTA

ANNA
...A dire la verità non molto. E' un po' insipido...Insomma lo

trovo un po' gratuito...

ROBERTA
...Magari! Dodicimila a testa ci hanno fatto pagare!

Le due ragazze ridono.

ANNA
...No, davvero...per tutto il film ti aspetti il momento in cui queste ballerine spagnole, portando lo scompiglio in quella stupida e noiosa vita di paese, faranno finalmente e definitivamente cambiare qualcosa...e quando quel momento sembra arrivare se ne vanno tutti in pizzeria a Firenze e tutto

torna più o meno come prima...non ha senso...

ROBERTA
...Si, forse un po' hai ragione...però mi diverte lo stesso... non so spiegarlo...e non è neanche questione della pubblicità che gli hanno fatto...Non è che tutto deve sempre avere una ragione...a volte una cosa piace e basta...senza

secondi fini...puro piacere... ANNA

...Già...

ROBERTA Senti piuttosto...che fai domani?

ANNA Domani non contare su di me...

ROBERTA
...Ah, dimenticavo, lunedì hai il concorso...Allora andiamo a

bere qualcosa ora? Va bene.

SCENA 44

ANNA

INTERNO NOTTE - IN UN PUB
Anna e Roberta sorseggiano una birra sedute al tavolo di un pub affollato di gente che beve e chiacchiera ad alta voce. I baristi e i camerieri si dibattono in

una attività frenetica. In un angolo al centro della sala troneggia un maxischermo su cui vengono proiettati a ritmo continuo video musicali il cui sonoro però è completamente coperto dal frastuono del locale.

ROBERTA
Sai, oggi Monica...una delle mie colleghe...si è licenziata...

ANNA

E come mai?...

ROBERTA
Non so bene...so solo che qualche mese fa è diventata buddista e da quel momento ha cominciato ad essere sempre più insofferente sul lavoro...ha cominciato ad arrivare in ritardo...sempre più in ritardo...finchè ha cominciato a saltare dei giorni...Poi oggi è arrivata e si è licenziata...Dice che non ce la faceva più, che le sembrava di morire

lentamente... ...E ora che farà?

ANNA

ROBERTA
Non so bene...dice che tanto non le serve molto per vivere e

che in qualche modo se la caverà...

ANNA Non è mica così facile...

ROBERTA
Certo che non lo è...ma in fondo ha ragione. Perchè dobbiamo ammazzarci di lavoro? Perchè dobbiamo passare la maggior parte del nostro tempo a fare delle cose che quasi mai ci interessano realmente o hanno un valore per la nostra vita?...Ci pensi mai a quanto tempo dedichiamo al lavoro e quanto ne dedichiamo ad arricchire noi stessi e le persone, le cose che abbiamo intorno?...A volte penso che quando saremo vecchie non avremo nulla da ricordare e da raccontare...Ci pensi...quando un giorno mi chiederò cosa ho fatto nella vita e dovrò rispondermi: la parrucchiera,

vecchia mia, e nient'altro...da spararsi...

ANNA
...Non c'è niente di male a fare un lavoro umile ma onesto...

ROBERTA
...Non è questo il punto...io ti sto parlando di tempo...Penso che ogni essere umano dovrebbe dedicare la maggior parte del suo tempo a capire la vita, il mondo in cui vive, l'universo...Invece ognuno di noi consuma quasi tutte le sue energie nel fare soldi che restituirà subito dopo allo stesso 'grande fratello' che glieli ha dati...Io devo lavorare per fare i soldi che mi servono a vivere in questo mondo di merda. Poi, mi dico, come tutti, 'quando ne ho accumulati un po' smetto e mi dedico ad attività più interessanti'. Ma siccome non ne faccio mai abbastanza sono costretta a lavorare ancora e così via. Finchè, quando finalmente potrei fare ciò che voglio, il tempo sarà praticamente scaduto e la vita se ne sarà

andata...
Roberta beve un sorso della sua birra. poi riprende.

ROBERTA
...dammi retta...il lavoro non nobilita affatto l'uomo ma solo il conto in banca di alcuni...Bisognerebbe semplicemente smettere tutti di colpo di lavorare e andarsene a spasso per il

mondo...Ci pensi che casino succederebbe?
Roberta ride di gusto, alza il suo boccale di birra e fa cin cin con quello di Anna.

ROBERTA
...Alla vita, alla fine del lavoro...e ai disoccupati che hanno

una grande fortuna ma non lo sanno... Anna ride e beve a sua volta.

SCENA 45

INTERNO NOTTE - IN DISCOTECA
I fari e le luci stroboscopiche inondano di fasci di luce improvvisi la pista da ballo affollata di persone che si agitano sinuosamente al ritmo della musica. Dagli altoparlanti un cantante intona la melodia della famosa canzone di Gershwin, "Night and day", su un ipnotico e fortemente ritmato tappeto di tastiere elettroniche e chitarre elettriche. Anche Marco si muove sudato al ritmo della musica. L'alternarsi di totale oscurità e flash di luce accecanti danno al movimento delle persone che ballano l'apparenza di immagini che si susseguono l'una all'altra come scatti di diapositive. Quando il pezzo sfuma subito riattacca un furioso ritmo techno accompagnato da un inquietante sferragliare di chitarre elettriche su cui interviene la voce del disc-jockey.

D.J.
..."Night and day"...notte e giorno...ma a noi, popolo di

nottambuli, interessa solo la notte...questa magica notte di danze sfrenate...non è vero piccioncini?...

Subito dalla pista si alza un coro di "siii".

D.J.
...Ebbene non dovete preoccuparvi perchè il vostro Alex Bifo D.J. vi farà morire con la sua musica fino a domaniii!! E allora

vaiiii!!

La voce del d.j. sfuma mentre dalla pista si alza un coro di "uh, uh" e dalle casse acustiche parte un micidiale ritmo techno. Marco, visibilmente stanco esce dalla pista e va a sedersi su un divanetto. Tira fuori dalla tasca un fazzoletto e si deterge il sudore dal viso. Subito dalla pista esce anche Andrea che si siede su un divanetto di fronte a Marco.

MARCO

Io me ne vado...

ANDREA ...Ma sono solo le due di notte...

MARCO
...Tu resta pure ma io non posso fare tardi...domani ho da

fare... Andrea sorride.

E' per il concorso... ...Anche per quello... ...Ma che ti frega...tanto...

MARCO
...tanto non lo passo...è questo che vuoi dire...

ANDREA

ANDREA MARCO ANDREA

...scusa, non volevo...

MARCO
...non devi scusarti...ho capito benissimo...e sai che ti dico? Che hai ragione...sono proprio un coglione che sta

sprecando la sua vita...

ANDREA
...Dai, non metterla giù così dura...divertiti...

Andrea sorride maliziosamente, tira fuori una pasticca colorata dalla tasca dei pantaloni e la porge a Marco.

ANDREA
...Tieni questa 'medicina'...e dopo le cose ti sembreranno un

po' diverse...su...siamo venuti qui per divertirci, no?

Marco fissa per un attimo Andrea ma non prende la pasticca che gli porge. Andrea allora se la rimette in tasca.

MARCO
Sai cosa mi fai venire in mente?...Don Milani...pensa un po' te...diceva...se ti piace la vita che fai non hai bisogno di

divertirti...
Marco afferra il giaccone e si allontana nella folla. Andrea lo richiama.

ANDREA
...Dai, Marco...torna qui... non fare lo scemo...era solo una

battuta...
Ma le sue parole si perdono nel frastuono assordante della musica. Dissolvenza in nero.

SCENA 46

INTERNO GIORNO - CASA DI ANNA
Anna è seduta al tavolo con alcuni libri e codici aperti davanti a sè. Indossa una tuta da ginnastica e ha i capelli tirati su e legati con una fascia elastica colorata. Su un lato del tavolo c'è un piatto con un panino che Anna mangia di tanto in tanto mentre legge, sottolinea e prende appunti su un block notes. Ha la radio accesa. Una voce femminile vagamente contilenante recita testi, più che cantare, su una classica base rock di basso, chitarra e batteria. Fuori dalla finestra il cielo è grigio cupo e non promette alcuna schiarita.

SCENA 47

INTERNO GIORNO - CASA DI MARCO
Un aereo attraversa il cielo in lontananza lasciando una scia bianca al suo passaggio. Anche Marco è seduto alla scrivania di camera sua. Davanti a sè alcuni libri aperti. Il giovane giocherella con una matita e guarda fuori dalla finestra annoiato. Anche la sua radio è accesa. La voce femminile ora urla sempre più disperata e con rabbia i propri testi e anche la base musicale si è fatta più aggressiva. Marco si alza e si appoggia al vetro della finestra. Il cortile è deserto. Marco comincia ad accompagnare la canzone canticchiando fra sè a bassa voce. Sulla porta della camera Marta osserva, non vista, il figlio con espressione preoccupata. Quindi se ne va in un'altra stanza.

Dissolvenza.

SCENA 48

INTERNO GIORNO - CASA DI ANNA
La radiosveglia scatta nell'oscurità della stanza. Subito si diffonde nel buio un soul vigoroso sovrastato dalla voce roca del cantante. E' un classico degli anni Sessanta di Wilson Pickett, "In the midnight hour". Anna accende l'abat jour per vedere l'ora. Sul frontalino della radiosveglia i numeri elettronici indicano le 5.45. Subito Anna spegne la luce con un profondo sospiro assonnato.

SCENA 49

INTERNO GIORNO - CASA DI MARCO
Nel buio si accende un'altra abat-jour. Questa volta è Marco. Guarda l'orologio. Si appoggia meglio allo schienale del letto. Con una mano accende la radio. Subito si diffonde nella stanza la canzone di Wilson Pickett. Marco rimane per un po' con gli occhi chiusi. Poi la canzone sfuma e Marco spegne la radiosveglia. La madre di Marco bussa alla porta.

MARTA Dai...è ora...svegliati...

Marco risponde tenendo gli occhi chiusi.

MARCO ...Si, sono sveglio...Ah, a proposito...

Marta apre la porta della stanza. Marco si siede meglio sul letto.

MARCO
...Non so che ora farò quindi non aspettarmi per pranzo...mi

arrangio...

MARTA

...Va bene...ti lascio qualcosa già fatto...così quando torni...

MARCO ...Non importa...non ti preoccupare...

MARTA
...Nessun problema...Ora devo proprio andare...la mia collega mi aspetta giù...anzi...se finisci presto telefonami... così mi fai sapere qualcosa...te lo ricordi il numero del liceo

Parini, vero? ...Si, mamma...

MARCO

MARTA
...E quando telefoni dì che vuoi parlare con i bidelli, altrimenti

mi vanno a cercare in sala insegnanti... MARCO

...OK, mamma...

MARTA
...Bene, allora io vado...e mi raccomando...in bocca al lupo!

...crepi...

...Io pregherò per te... Marco sorride imbarazzato.

...Grazie...

MARCO MARTA

MARCO

Marta si allunga verso di lui e gli dà un bacio sulla guancia. Quindi si riavvia verso la porta. Marco si stropiccia gli occhi con le mani. Marta si volta ancora una volta prima di uscire. Quindi richiude la porta dietro di sè.

SCENA 50

ESTERNO GIORNO - IN STRADA
Anna cammina avanti e indietro intirizzita sotto una pensilina dell'autobus completamente deserta. E' una fredda mattina invernale. Il cielo è ancora scuro e i lampioni lungo la strada alberata in cui si trova la pensilina sono ancora accesi. Anna guarda nervosamente l'orologio. Sono le 6.30. Dietro l'angolo in

fondo alla strada compare un autobus arancione. Ha le luci interne ancora accese e sopra il vetro anteriore una tabella elettronica su cui c'è scritto "Stazione F.S.". Anna si fruga nella tasca del giaccone. L'autobus si ferma davanti alla pensilina con uno stridio di freni. Si aprono le porte. Anna sale. Sull'autobus ci sono solo due persone, un uomo con una borsa da viaggio e una ragazza di colore. Anna si siede nel primo seggiolino vicino all'autista. L'autista guarda lo specchietto in alto. Quindi richiude le porte azionando un pulsante e riparte.

SCENA 51

INTERNO GIORNO - SULL'AUTOBUS
L'autobus non è molto più affollato. Anna guarda fuori dal finestrino dell'autobus che attraversa un ponte su un fiume. Il cielo comincia ad albeggiare e a colorarsi di un rosa tenue che si riflette nell'acqua e sui vetri dei palazzi che vi si affacciano. Pochi passanti infreddoliti camminano sui marciapiedi, qualcuno passa in bicicletta. Qualche automobile supera di tanto in tanto l'autobus lungo le strade cittadine ancora insonnolite e spazzate da un vento gelido che fa volare in aria le cartacce.

SCENA 52

ESTERNO GIORNO - STAZIONE FERROVIARIA
Anna passeggia su un marciapiede lungo i binari della stazione. Il marciapiede è abbastanza affollato di gente. La maggior parte sono lavoratori pendolari e studenti. Molti sfogliano quotidiani o riviste acquistate all'edicola aperta sullo stesso marciapiede. Qualcuno tiene in mano o consulta dei libri di diritto pubblico o guide per i concorsi pubblici. Sono evidentemente altri partecipanti allo stesso concorso di Anna. Una impersonale voce femminile annuncia all'altoparlante l'arrivo del treno per Livorno. All'inizio del binario un semaforo cambia colore.

SCENA 53

INTERNO GIORNO - IN AUTOMOBILE
Marco è fermo ad un semaforo rosso con la sua automobile. Ha la radio accesa. Uno speaker parla delle previsioni del tempo.

SPEAKER
...anche oggi il cielo si presenterà nuvoloso con possibilità di precipitazioni sui rilievi. Nel pomeriggio la nuvolosità aumenterà sulle coste occidentali della penisola con

possibilità di violenti temporali...

Marco estrae una cassetta da un contenitore di plastica nera. La toglie dall'involucro e la inserisce nella fessura del registratore. Un cantante dalla voce potente intona delle rime in inglese su un rock'n'roll saturo di elettricità. Subito il semaforo diventa verde ed il traffico ricomincia a scorrere. Marco innesta la marcia e gira il volante.

SCENA 54

INTERNO GIORNO - IN AUTOMOBILE
Marco sta percorrendo un'autostrada non molto larga e abbastanza trafficata. Molte automobili si incrociano in un senso e nell'altro. I fari colorati delle luci di posizione delle automobili risaltano per la loro vivacità nel generale tono grigio dominante: l'asfalto, lo spartitraffico, il cielo incerto e il fumo che esce da alcune ciminiere che si innalzano imponenti vicino al mare. Le casse del registratore diffondono nell'automobile le note di uno violento country rock su cui svetta ancora la voce potente e dissonante del cantante.

SCENA 55

ESTERNO GIORNO - STAZIONE DI LIVORNO
Molta gente affolla le biglietterie e l'edicola situate nell'ampio salone d'ingresso della stazione ferroviaria di Livorno. L'orologio in alto segna le 7.15. Anna esce dalla stazione in mezzo ad una folla di persone che sciama dalla stazione e si disperde tutto intorno. Anna si avvia verso le pensiline degli autobus insieme a molte altre persone.

SCENA 56

INTERNO GIORNO - SULL'AUTOBUS
Anna è seduta su un autobus affollato e guarda fuori dal finestrino. La città portuale è già in piena attività: le strade cittadine sono ingombre di automobili e i portici del centro sono affollate di passanti indaffarati.

SCENA 57

INTERNO GIORNO - IN AUTOMOBILE
Marco percorre a rilento le stesse strade del centro cittadino. Una musica ritmata, sinuosa ed avvolgente accompagna i suoi spostamenti in automobile.

SCENA 58

ESTERNO GIORNO - PIAZZALE DEL PALASPORT
L'autobus si ferma sull'ampio piazzale intorno al palasport. Anna scende insieme ad una miriade di persone per lo più giovani. Un vento freddo spazza il piazzale che è già affollato di centinaia di persone. Anna si sistema meglio il giaccone e la sciarpa e si avvia verso le entrate del complesso sportivo.

SCENA 59

ESTERNO GIORNO - PIAZZALE DEL PALASPORT
Marco scende dall'automobile parcheggiata insieme a moltissime altre nelle vicinanze del palasport. Si sistema meglio il giaccone. Poi prende una piccola borsa con la tracolla. Chiude la portiera dell'automobile e si avvia a sua volta verso le affollate entrate del palasport.

SCENA 60

ESTERNO GIORNO - PIAZZALE DEL PALASPORT
Le entrate sono contrassegnate da grandi cartelli con numeri neri su fondo bianco sotto i quali sono specificate le diverse lettere alfabetiche dei cognomi dei candidati cui fanno riferimento. Anna cerca di orientarsi nel viavai dei numerosi candidati infreddoliti che si aggirano intorno alle entrate per trovare ognuno la propria. Anna, individuata la sua, si mette in coda.

SCENA 61

ESTERNO GIORNO - PIAZZALE DEL PALASPORT
Anche Marco gira intorno al palasport alla ricerca dell'entrata cui è destinato tenendo in mano il cartellino di convocazione sul quale è stampato il numero corrispondente al suo ingresso. Trovatolo, si mette a sua volta in coda insieme a molti altri candidati.

SCENA 62

ESTERNO GIORNO - PIAZZALE DEL PALASPORT
Il grande orologio posto su uno dei lati del palasport segna le 8.15. Anna è ancora accodata in piedi con un libro in mano. Sfoglia alcune pagine svogliatamente. Ogni tanto si guarda intorno. Il piazzale del palasport è ora affollatissimo come ai concerti. Capannelli di giovani si sono formati un po' ovunque. Qualcuno mangia un panino o si è seduto sugli scalini. Le code sono lunghissime ma ancora le entrate sono chiuse. Alcuni giovani poco lontano da Anna chiacchierano fra loro.

GIOVANE 1
...Ci hanno fatto venire alle sette e mezza e siamo sempre

qua...

GIOVANE 2 ...con questo frescolino poi...

GIOVANE 3
...oh, lo vedi che non capisci proprio...l'hanno fatto proprio per noi...mattina presto, aria frizzantina, attesa snervante, così quando entriamo incazzati come bestie diamo il meglio

di noi stessi...

GIOVANE 2
...forse che fra i requisiti richiesti c'era anche la scemenza?

Perchè se è così ci hai buone speranze... Tutti ridono.

SCENA 63

ESTERNO GIORNO - PIAZZALE DEL PALASPORT

Marco è rattrappito nel suo giaccone e ascolta la musica nelle cuffiette del suo walkman. Tiene le mani in tasca muovendo piano le gambe per riscaldarsi. Dà un'occhiata all'orologio e si guarda intorno. Quindi si stacca dalla fila e si allontana verso il bar del palasport che nel frattempo ha aperto.

SCENA 64

INTERNO GIORNO - BAR DEL PALASPORT
Marco si toglie le cuffie del walkman ed entra nel bar costituito da un unico salone spoglio e abbastanza squallido illuminato da un grande neon sul soffitto. Su uno dei lati c'è un lungo bancone di legno dietro il quale sono allineate alla rinfusa bottiglie con liquori e bevande di ogni tipo oltre ad un numero rilevante di lattine. Il bar è molto affollato e i tre baristi, indaffaratissimi, si muovono velocemente dietro il bancone per soddisfare le numerose richieste dei clienti. Marco si mette in coda. Lentamente riesce ad avvicinarsi al bancone e a ordinare un cappuccino. Il barista è velocissimo e subito soddisfa la sua richiesta. Marco, con la tazza in mano, cerca allora di farsi strada in senso inverso e facendo una specie di slalom attraverso la folla riesce a sedersi su una vecchia sedia sbrecciata appoggiata alla parete vicino ad un tavolino di formica in non migliori condizioni. Marco beve un sorso dalla tazza. Quindi la appoggia sul tavolino. Apre la borsa e ne estrae un libro un po' sgualcito. Sfoglia alcune pagine distrattamente. Quindi comincia a leggere. Intorno a lui sempre più gente si accalca intorno al bancone.

SCENA 65

ESTERNO GIORNO - PIAZZALE DEL PALASPORT
Anna è ancora in coda davanti ad una delle entrate. Poco dietro di lei una voce la chiama. Anna si volta. Qualche metro più indietro una donna sui trent'anni dai lunghi capelli neri le fa un cenno di saluto. Anna guarda meglio come se non riconoscesse la persona che la sta salutando. Poi si apre in un sorriso, esce dalla fila e la raggiunge. Le due ragazze si baciano.

ANNA

Marzia!

MARZIA Anna, che piacere vederti...

ANNA
...Non sapevo che avevi fatto domanda anche tu per questo

concorso...
...Mah...ero incerta...poi ho deciso di farlo anch'io...

MARZIA

ANNA
...E i tuoi diavoletti, Mirco e Antonio, stanno bene?

MARZIA
...oh, si, grazie...vedessi come sono cresciuti...

ANNA ...bene...e il resto? Tuo marito che fa?

La ragazza si guarda intorno.

MARZIA
...Anche lui sta bene...lavora sempre nella scuola...

ANNA ...Ormai sarà di ruolo...dopo tanti anni...

La ragazza sorride tristemente.

MARZIA
...Eh...purtroppo invece il prossimo anno rischia il posto. E' l'ultimo in graduatoria per l'italiano nella sua scuola e se le

iscrizioni continuano a calare...

ANNA ...Oh, mi dispiace...E tu invece che fai?

MARZIA
...Io lavoro come cassiera part time in un discount...

ANNA

...E come ti trovi?

MARZIA
...Sotto certi aspetti bene...con i colleghi vado d'accordo... ma sai...come vuoi che stia un laureato in un lavoro come quello? Oltre tutto si guadagna anche poco e con l'affitto, tutte le spese...bisogna stringere la cinghia: niente cinema, niente divertimenti...oltretutto fra sei mesi dobbiamo anche lasciare la casa perchè ci abbiamo lo sfratto...Insomma non

è proprio un bel vivere...E tu invece?

ANNA
...oh, io faccio mille lavoretti...e non dovendo pagare affitti... fortunatamente...riesco a sopravvivere...sai la casa me la

avevano lasciata i miei prima di morire...

MARZIA
...speriamo allora che oggi le cose vadano bene...

ANNA

...speriamo davvero...

Le due ragazze rimangono per un momento in silenzio come se non avessero più granchè da dirsi. Poi Anna riprende.

...Tu in che fila sei? ...la nove...
...allora è più in là...

ANNA MARZIA ANNA

In quel momento gli inservienti cominciano ad aprire le entrate.

MARZIA ...Stanno aprendo...sarà meglio che vada...

ANNA ...Si, va bene...allora ci vediamo...

MARZIA ...Certo...in bocca al lupo allora...

ANNA ...Crepi...in bocca al lupo anche a te...Ciao

MARZIA

...Ciao...

Marzia si allontana velocemente. Anna riprende il proprio posto nella coda che si accalca lentamente verso l'entrata.

SCENA 66

INTERNO GIORNO - BAR DEL PALASPORT
Marco sta sempre leggendo seduto al tavolino e incurante del frastuono intorno a lui. Qualcuno entra nel bar dicendo "Stanno aprendo!". Marco alza gli occhi dal libro. Rimane un attimo a guardare la folla di giovani e meno giovani che ora si

accalca per uscire dal bar. Poi ripone il libro nella borsa e si accoda a sua volta.

SCENA 67

ESTERNO GIORNO - ENTRATA DEL PALASPORT
Anna, pigiata nella folla, si avvicina lentamente alla sua entrata. Vicino alla porta ci sono due tavolini con dei funzionari che controllano i documenti dei candidati e li annotano su dei tabulati. Giunto il suo turno Anna consegna il proprio documento ad un funzionario che nemmeno la guarda. Il funzionario annota il suo nome e il documento. Poi si rivolge al collega che gli siede accanto.

FUNZIONARIO

...Anna Fazzi...

L'altro funzionario fa una croce con la penna su una casella di un lungo elenco di nomi stampato su un altro tabulato. Un terzo funzionario le consegna dei fogli stampati con le istruzioni del concorso.

SCENA 68

ESTERNO GIORNO - ENTRATA DEL PALASPORT
Marco si accalca in coda vicino alla sua entrata. E' decisamente uno degli ultimi ad entrare. Marco si guarda intorno. Sul piazzale, pieno di cartacce sparse ovunque, ora c'è poca gente. Gli ultimi ritardatari si affrettano alle rispettive entrate. L'orologio del palasport ora segna le 8.45. Davanti a Marco c'è una ragazza incinta. Mentre Marco consegna il suo documento al funzionario la sua attenzione viene attratta da un signore sui quarantacinque anni che corre sul piazzale facendo segno di affrettarsi a due adolescenti sui 15/17 anni che lo seguono dappresso. L'uomo si avvia velocemente verso l'entrata accanto a quella dove sosta Marco. Prima di entrare l'uomo si gira però ancora una volta indietro verso i due ragazzi.

UOMO
...Dite alla mamma che io non so quando uscirò di qui e che

quindi è meglio che a fare la spesa ci vada lei, capito?

I due ragazzi gli fanno un cenno d'intesa. Quindi l'uomo entra nel palasport, mentre i due adolescenti ritornano sui propri passi. Anche Marco prende il suo documento e i fogli con le istruzioni ed entra.

SCENA 69

INTERNO GIORNO - PALASPORT
Le gradinate del grande palasport sono gremite di persone e sono divise in settori contraddistinti a loro volta da numeri e lettere. Sul parquet marroncino del campo di pallacanestro entrano ed escono continuamente numerosi funzionari e addetti indaffarati mentre altri vi stazionano chiacchierando fra loro. Il brusio amplificato dalla struttura costituisce un rumore di fondo continuo che si alza e si

abbassa secondo un andamento ondivago. Dalle vetrate in alto del palasport filtra la debole luce di un sole malato che illumina piccole porzioni delle gradinate. Marco percorre circolarmente gran parte del palasport per arrivare ad una gradinata baciata dalla luce del sole che ha individuato dalla parte opposta al suo ingresso. Quando è quasi arrivato a destinazione un funzionario in giacca e cravatta gli fa cenno di fermarsi.

FUNZIONARIO

Dove va lei?

Marco lo guarda lievemente imbarazzato e gli indica la gradinata illuminata dal sole.

MARCO

...Lì, dove c'è il sole...

FUNZIONARIO
...Per cortesia, mi faccia vedere la sua scheda...

Marco la estrae dalla tasca e gliela porge. Il funzionario la guarda con attenzione. Poi gliela restituisce.

FUNZIONARIO
Lei ha sbagliato settore. Il suo è dalla parte opposta.

Sul viso di Marco si disegna un'espressione di insofferenza. MARCO

E non si può proprio...
Il funzionario lo guarda indifferente.

FUNZIONARIO Mi dispiace, ma queste sono le regole.

Marco lentamente gira su sè stesso e torna sui suoi passi. Dopo qualche metro si volta nuovamente. Il funzionario è stato chiamato da un collega e sta ora parlando animatamente con lui. Marco allora si gira nuovamente e percorre velocemente e non visto i pochi metri che lo separano dalla gradinata soleggiata. Quindi si siede e appoggia la borsa accanto a sè. Poi si guarda intorno. Le altre persone sedute sulla gradinata non hanno notato nulla. Marco allora estrae un pacchetto di sigarette dalla tasca del giaccone e se ne accende una. Prende il walkman dalla borsa, si infila le cuffiette e schiaccia il tasto del PLAY. Quindi si accomoda meglio sugli scalini delle gradinate e aspira con voluttà alcune boccate di fumo guardandosi intorno con curiosità. Poco lontano da lui, qualche

gradino più sotto, Anna è invece seduta abbastanza scomodamente mentre nell'attesa ripassa nervosamente qualche argomento dai libri che si è portata appresso.

Dissolvenza.

SCENA 70

INTERNO GIORNO - PALASPORT
L'orologio interno del palasport indica le 11.30. Marco sta ora leggendo il suo libro. Accanto a lui il walkman e le cuffiette sono appoggiate sulla borsa. Anna invece è in piedi poco lontana da lui e si aggira nervosamente lungo una delle ringhiere di metallo che dividono i vari settori delle gradinate. Si guarda intorno. Sul parquet fervono i preparativi dei funzionari, mentre la commissione, costituita da cinque persone, fa il suo ingresso nel palasport e va a sedersi dietro una lungo tavolo. Alcuni giovani si sbracciano dalla parte opposta del palasport per salutare qualcuno. Poco dopo una voce maschile attraverso l'altoparlante si impone al brusio generale.

VOCE ALL'ALTOPARLANTE (v.f.c.)
...E' arrivata la commissione. Ora daremo subito corso alle operazioni di sorteggio del compito...La prova consiste in sessanta domande a risposta multipla da compilarsi in mezz'ora...Le prove saranno poi corrette tramite un computer...A questo proposito preghiamo tutti i candidati di leggere attentamente i foglietti con le istruzioni che sono stati consegnati all'ingresso...Inoltre per sorteggiare il compito servirebbe che qualcuno dei candidati si offrisse volontario...

Il brusio del palasport si alza di intensità. I candidati confabulano fra loro. Poi, dopo qualche minuto di imbarazzo, un giovane scende velocemente dalla gradinata di fronte a quella in cui sono Anna e Marco e fa il suo ingresso sul parquet. Tutti applaudono un po' ironicamente. Il presidente della commissione gli stringe la mano. Poi gli indica tre buste sul tavolo.

VOCE ALL'ALTOPARLANTE (v.f.c.) ...Bene...Possiamo procedere al sorteggio del compito...

Sia Marco che Anna stanno ora dando un'occhiata ai foglietti con le istruzioni. Marco però, dopo una scorsa veloce, lo riappoggia accanto a sè e ricomincia a leggere il suo libro, mentre Anna li tiene in mano con gesto meccanico e si guarda sempre nervosamente intorno. Intanto il volontario ha scelto una delle tre buste contenenti i questionari che gli sono state mostrate dalla commissione ed è tornato sulle gradinate.

VOCE ALL'ALTOPARLANTE (v.f.c.)

...E' stato scelto il compito numero tre...

Marco sbadiglia rumorosamente. Anna alza lo sguardo su di lui e sorride. Marco riprende a leggere ma si è accorto di essere osservato e guarda furtivamente a sua volta in direzione della ragazza. Intanto Anna si è di nuovo girata a guardare verso il parquet dove i componenti della commissione parlano con alcuni funzionari. Quindi si risiede e ricomincia a sfogliare qualche libro. Dopo poco si gira nuovamente verso Marco che continua a leggere. La ragazza sembra incuriosita dal libro che legge Marco e furtivamente si allunga verso di lui per cercare di leggere il titolo della copertina. Nel suo movimento fa scivolare inavvertitamente i suoi libri che cadono per terra con rumore. Marco alza lo sguardo e si accorge della curiosità di Anna. Anna, vistasi scoperta, sorride imbarazzata. Poi indica il libro di Marco.

ANNA ...Ehm...è un libro per il concorso?

Marco sorride a sua volta e alza la copertina del libro per mostrargliela meglio.

MARCO ...Veramente no...E' un libro di Robert Pirsig...

ANNA

...Ah...pensavo...
Poi raccoglie i suoi libri. Quindi riprende a parlare.

ANNA
...Credevo fosse qualche testo che non conoscevo...Per i

concorsi pubblici ce ne sono migliaia... MARCO

...Già...un bell'affare...
Anna stropiccia nervosamente un libro con la mano.

ANNA
...Beato te che riesci a restartene tranquillo e a distrarti...

MARCO
...Semplice fatalismo...poi ne ho già fatti tanti di concorsi...

ANNA
...Se è per questo anch'io sono anni che faccio tutti quelli che posso...ma ogni volta è come la prima...sono sempre

nervosa e non riesco a tranquillizzarmi... Marco chiude il libro e lo appoggia accanto a sè.

MARCO
...Beh, anch'io in realtà sono sempre abbastanza teso, ma concentrare la mente su qualcos'altro mi tranquillizza...Vieni

anche tu da Pisa?

ANNA
...Si...sono venuta in treno...c'era un sacco di gente

stamattina che veniva qua...

MARCO
...Non ne dubito...no, io sono venuto con il mio catorcio...

così appena è tutto finito posso andarmene...

ANNA
...Io non ho l'automobile...fortunatamente però Pisa è una

città che si gira bene anche in bicicletta... Poi Anna indica il walkman.

ANNA

...Che musica ascolti?

MARCO
...Oh...un po' di tutto...rock, pop, jazz, classica...

ANNA
...Anche a me piace molto la musica...quando sono in casa

ho sempre lo stereo o la radio accesa...

MARCO
...Così ti fai dei bellissimi videoclip mentali...

Anna ride.

MARCO
...No...davvero...con la musica puoi immaginare un sacco di cose...la musica ti stimola la fantasia molto più dell'immagine

proprio perchè puoi inventarti qualsiasi cosa...

ANNA
...Si, questo è vero...io per esempio non riesco a fare

nient'altro se ho la televisione accesa...mentre la musica mi lascia completamente libera di fare altre cose...

MARCO
...Non me ne parlare...non so come faccia mia madre a

stirare con la televisione accesa...allora preferisco la radio...

ANNA
...Anch'io ascolto molto la radio...anche se spesso non è che mi piacciano molto i programmi...c'è sempre troppa pubblicità, troppa gente che parla...mi piacciono soprattutto i programmi musicali...quelli dove passano un po' di musica

decente...
Marco si alza e si siede vicino a lei.

MARCO
...E che radio ascolti?...Sai, perchè anch'io lavoro in una

radio...

...Ah, si? E quale?

...Radio Ulisse... Anna si apre in un sorriso.

ANNA MARCO

ANNA
...Oh, ma è una delle radio che ascolto più spesso...la mia

radiosveglia è quasi sempre sintonizzata su Radio Ulisse...

MARCO
...Allora probabilmente qualche volta mi hai ascoltato...

ANNA ...Si, è probabile...come ti chiami?

MARCO
...Marco...Marco Giannini...ma in radio mi faccio chiamare

Blue Agent...
...ah, si...ho capito...tu sei quello che fa i programmi alla

ANNA

mattina...proprio quando mi alzo io...

MARCO
...Si...anche se non è che sia granchè mattiniero io...più che

altro vado a letto dopo il programma... I due ridono.

ANNA
...Io non potrei mai...a volte già alle dieci di sera casco dal

sonno...

MARCO
...io sono sempre stato un po' nottambulo...non mi piace andare a letto presto...anche quando sono a casa leggo, ascolto musica...magari guardo qualche film alla tv, una videocassetta...ma prima delle due di notte non vado mai a

letto...
I due rimangono un attimo in silenzio. Poi Anna riprende a parlare.

ANNA
...si...allora ho capito chi sei...mi piace la musica che

passi...mi dà sempre una energia positiva alla mattina...

MARCO ...e ti riscalda il cuore...

I due ridono ancora.

ANNA
...Oh, scusa...come sono maleducata...non mi sono

presentata... Anna gli allunga la mano.

ANNA ...Piacere...mi chiamo Anna...Anna Fazzi...

Marco le stringe la mano. In quel momento la voce al microfono riprende a parlare.

VOCE AL MICROFONO (v.f.c.) ...Scusate...Allora...un attimo di attenzione, prego...

Il brusio del palasport lentamente si abbassa. Anche Anna e Marco ascoltano con attenzione.

VOCE AL MICROFONO (v.f.c.)
...Allora...Ora ci vorrà un po' di tempo per espletare le operazioni di fotocopiatura del testo...La fotocopiatura avverrà nei locali della U.S.L. sotto il diretto controllo della commissione...per cui tutti i candidati sono riconvocati oggi pomeriggio alle quattro...

Improvvisamente si alza dal palasport un brusio di protesta. Alcuni giovani vicino ad Anna e Marco commentano ad alta voce.

GIOVANE 1
...Ma che presa per il culo...siamo qui dalle sette e mezza e

ora ci dicono di tornare alle quattro...

GIOVANE 2
...Fosse solo quello...Per legge il testo del concorso non dovrebbe mai uscire dal luogo dove si svolge...almeno fino

alla fine della prova...

GIOVANE 3
...Sarà mica il solito giochino per far entrare i

raccomandati?...

GIOVANE 1
...Chissà...intanto io mi sono già fatto dodici ore di treno...

I giovani si allontanano. Anche Anna e Marco si guardano indecisi sul da fare. Poi Anna guarda l'orologio e rimugina fra sè.

ANNA
...E' mezzogiorno...e ora che si fa fino alle quattro...

MARCO
...A questo punto non ha neanche senso tornare a casa per poi ritornare qui...Non so...Io pensavo quasi di fare un giro in città e poi andare a mangiare qualcosa...Tu sei già d'accordo

con qualcuno?
...Veramente no...Si, c'è una mia conoscente da qualche

ANNA

parte...ma ora chissà dov'è...e poi con tutto questo casino...

MARCO ...Allora...se vuoi...ti puoi aggregare...

Anna ci pensa ancora un attimo. Poi acconsente.

ANNA ...Va bene...andiamo...

I due raccolgono le loro cose e si avviano lungo le gradinate verso una delle uscite del palasport accalcandosi nella folla dei candidati. Dalle grandi vetrate filtrano ora con maggior forza e luminosità i raggi del sole.

SCENA 71

ESTERNO GIORNO - IN STRADA
Anna e Marco passeggiano sotto i portici affollati di una via cittadina. Molta gente attraversa i portici di fretta, incalzata da qualche pensiero impellente. Altre persone invece si fermano con calma a guardare le vetrine. Qualche barbone chiede l'elemosina. Alcuni giovani distribuiscono dei manifestini ai passanti. Molti giovani extracomunitari espongono le loro chincaglierie sul marciapiede o cercano di attirare l'attenzione dei passanti mostrando accendini colorati o pacchi di fazzoletti di carta. Le strade sono ingombre di traffico.

MARCO ...Tu cosa fai nella vita?

Anna sorride.
...Cerco lavoro...

ANNA

MARCO
...Scusa, era una domanda stupida...non saresti qua

altrimenti...

ANNA
...Non è che non faccia niente...mi arrangio in vari modi... baby sitter, batto le tesi di laurea, la cameriera, aiuto gli anziani, eccetera, eccetera...devo pur sopravvivere...non posso far conto su nessuno...i miei sono morti molti anni fa... e c'è solo mia nonna, ma non voglio certo chiedere soldi a lei

che vive di una piccola pensione... MARCO

...mi dispiace...

ANNA ...Sono passati così tanti anni...

MARCO ...E cosa facevano i tuoi?

ANNA
...Mio padre era un ricercatore universitario...studiava la vita delle formiche...Mia madre invece faceva l'impiegata in un

ufficio...E tu invece?

MARCO
...Oh...io lavoro in radio...mi pagano, sai? Non molto, ma abbastanza per non dover chiedere quasi mai soldi in casa... Poi tre volte la settimana faccio il portiere di notte in un

albergo...

ANNA
...Se è vero che sei un po' nottambulo mi sembra

l'occupazione adatta...
...Già...
E i tuoi?
...Vivo con mia madre...anche lei lavora nella scuola...

...Cosa insegna?

...Veramente fa la bidella... Anna ride.

ANNA
...Scusa...ma quando si parla di scuola si pensa sempre

MARCO ANNA MARCO ANNA MARCO

automaticamente all'insegnamento...e si dimentica che nella scuola ci sono tante altre cose da fare...

MARCO
...In genere non è che qualcuno si ricordi di te perchè fai la bidella...Comunque non è che sia un lavoro pesante...più

che altro noioso...

ANNA
...Si, è vero...ma serve anche quello...E tuo padre?

MARCO
...Mio padre se ne è andato molti anni fa...ero ancora

bambino...Ora vive all'estero con un'altra donna...

ANNA ...E non l'hai mai più rivisto?

MARCO
...Si, una volta qualche anno fa...venne in Italia per affari e telefonò a mia madre...venne anche a pranzo...Fu molto imbarazzante...non avevamo granchè da dirci...Mia madre che si sforzava di essere gentile e ospitale...io che non sapevo cosa dire a quest'uomo anziano che cercava di sapere qualcosa della mia vita...una scena pietosa...Non l'ho mai più rivisto, ma è stato meglio così...credo che anche lui in quell'occasione sentisse lo stesso senso di estraneità... Non c'è niente da fare...è andata così...Ogni tanto

comunque telefona...

ANNA
...Mi dispiace...A quanto pare non ci è andata sempre bene nella vita...Senti comincio a sentire una certa fame...

andiamo in qualche bar a mangiare qualcosa?

MARCO
...Andiamo verso il porto...passando ho visto che ci sono dei

bar carini...credo che facciano anche dei primi piatti... ANNA

...Va bene...

I due giovani sono giunti alla fine del portico ed entrano in una grande piazza rettangolare circondata da palazzi ottocenteschi.

SCENA 72

INTERNO GIORNO - IN UN BAR
Anna e Marco entrano in un bar abbastanza angusto ma con una saletta adiacente. Il bar è affollato. Con ogni evidenza molti degli avventori sono altri partecipanti al concorso. Ci sono anche dei portuali. I due giovani si avvicinano al bancone. Marco si rivolge alla signora anziana, vestita con un grembiule rosa, che si muove indaffarata dietro al bancone insieme ad un altro uomo.

MARCO Si può mangiare qualcosa?

DONNA
Certo, certo...accomodatevi pure nella saletta...vi mando

subito la ragazza.

Marco annuisce e si avvia nella saletta insieme ad Anna.

SCENA 73

INTERNO GIORNO - SALETTA DEL BAR
La saletta non comprende più di dieci tavoli apparecchiati alla buona e qualche quadretto di ambientazione marina appeso alle pareti. I tavoli sono quasi tutti occupati salvo uno abbastanza piccolo in un angolo. Anna e Marco si fanno spazio in mezzo agli altri tavoli gremiti di avventori e con qualche difficoltà si siedono al loro posto. Subito arriva una ragazza, anch'essa vestita con un grembiule rosa, con un taccuino e una penna in mano.

CAMERIERA Buongiorno. Cosa vi porto?

ANNA Cosa si può mangiare?

CAMERIERA
Abbiamo panini, toast, focacce ripiene, tramezzini, dolci e facciamo anche qualche primo...c'è un risotto alla marinara,

spaghetti al ragù e minestrone... ANNA

Per me risotto...
Anche per me...e poi vorrei anche un toast...E da bere una

MARCO

birra...

ANNA Per me un'acqua minerale...

CAMERIERA

Bene...

La cameriera scrive velocemente le ordinazioni sul suo taccuino e si avvia velocemente verso la porta a vetri che dà sulla cucina. Anna si accomoda meglio sulla sedia.

ANNA Finalmente seduta al caldo...

MARCO
...Per non aver fatto nulla è stata una mattinata dura...

I due ridono.

MARCO
...Ma tu pensi di avere qualche possibilità per questo

concorso?

ANNA
...Mah...cosa vuoi che ti dica...per studiare ho anche studiato...Poi alcune cose le avevo fatte per qualche altro concorso...Più o meno certe materie sono comuni a tutti i

concorsi pubblici...

MARCO
Io invece non è che abbia studiato molto...un po' avevo poco

tempo, un po' non ne avevo voglia...

ANNA
...Molto male...i concorsi se si vogliono superare vanno

studiati...

MARCO ...Ora parli come mia madre...

ANNA ...Beh, è così che vanno le cose...

MARCO

Si, naturalmente...ma...è che fondamentalmente non ci credo...decisamente non ci ho mai creduto...Mi sembra tutto così impersonale e senza senso...Fermati un attimo a pensare...Anche ammesso che tutto sia regolare, davvero credi che questo concorso servirà a selezionare fra noi i migliori trentatrè assistenti amministrativi della U.S.L. di Livorno?

ANNA
...Non saprei...forse i più fortunati più che i migliori...

MARCO
Allora che senso ha perdere mesi a studiare materie noiosissime quando è tutto questione di fortuna...come giocare al Totocalcio? Io mica studio quando vado a fare la

schedina... Anna ride di gusto.

ANNA
...E scommetto che non hai mai fatto tredici...

MARCO

Indovinato!

ANNA Vedi, perchè non ci credi...

MARCO
...E che è? Vincere alla schedina e superare un concorso

sono diventate questioni di fede?

ANNA
Anche...Nel senso che se vogliamo che le cose che

vogliamo si avverino dobbiamo crederci...

MARCO
Si, certo...ma non è questo il punto...Cosa cambierebbe anche se io fossi fermamente convinto di vincere questo

concorso?

ANNA
Sicuramente l'atteggiamento mentale...ed è una cosa

importante...

MARCO
Non lo metto in dubbio...Ma cosa ha a che fare tutto questo con la verifica delle reali capacità di ognuno di noi? Cosa sanno quei cinque coglioni di noi? E cosa sa di noi il cervellone elettronico che ci correggerà i compiti? Saper svolgere bene un qualsiasi lavoro non è solo una cosa meccanica, automatica...ci sono tanti fattori importanti della personalità umana che andrebbero considerati. Ci sono delle attitudini naturali, dei fattori emotivi, caratteriali e culturali... Non è che uno, per esempio, sappia fare l'insegnante solo perchè ha superato un concorso. Ma questo modo di selezionare le persone non riuscirà mai a stabilire alcunchè...

ANNA
...Si, certo...su questo hai ragione...ma è una contraddizione che bisogna accettare...hai visto quanti siamo? Se la commissione dovesse verificare le reali capacità di ognuno di

noi un concorso durerebbe anni...

MARCO
Anche questo è vero e anch'io non ho risposte...Però questa sensazione di inutilità ce l'ho ogni volta che partecipo ad un concorso...Li ho sempre odiati i concorsi, gli esami, le selezioni, le interrogazioni, i documenti...ho sempre sognato un mondo in cui non dobbiamo continuamente dare prova

delle nostre capacità e attitudini...e della nostra esistenza... ANNA

Eri timido da ragazzo?

Tremendamente! Anna sorride.

...Lo immaginavo...

MARCO

ANNA

In quel momento ritorna la cameriera con le ordinazioni. I due fanno spazio sul tavolo mentre la ragazza appoggia i piatti.

Buon appetito.

CAMERIERA MARCO E ANNA

Grazie.
Quindi la cameriera se ne va.

ANNA Ha un buon aspetto vero?

MARCO ...Si...e anche un buon profumo...

I due iniziano a mangiare. Sopra il loro tavolo un quadretto ritrae un vascello sbattuto dai flutti del mare in tempesta.

SCENA 74

ESTERNO GIORNO - PASSEGGIATA SUL MARE
Anna e Marco ora stanno passeggiando su una stradina asfaltata che costeggia una fila di scogli sul mare e si conclude su una terrazza panoramica. La luce del pallido sole invernale si riflette fiocamente sull'acqua. Un gruppo di gabbiani volteggia gaio sul mare. Ogni tanto uno di loro si lancia in picchiata sull'acqua. Al largo alcune navi da carico stanno facendo manovra. Giunti sulla terrazza Anna si siede sul muretto che la circonda e guarda verso il mare.

ANNA
Guarda i gabbiani...sembra che si stiano divertendo un

mondo...

MARCO Forse si divertono davvero...

Lo sguardo di Anna si fa vagamente triste. ANNA

Beati loro...

Anna e Marco rimangono per un momento in silenzio a guardare il mare.

SCENA 75

ESTERNO GIORNO - PIAZZALE DEL PALASPORT
Il cielo è nuovamente ingrigito e alcune nubi si addensano all'orizzonte. Il piazzale è nuovamente affollato. I candidati sciamano nuovamente verso le rispettive entrate. Anche Anna e Marco si uniscono alla calca di persone.

ANNA Allora ci vediamo dentro?

MARCO Certo...stesso posto, stessa ora...

I due sorridono.

ANNA Bene. Io allora vado...a più tardi....

Anna si avvia verso un'altra entrata lasciando Marco in fila accanto a quella cui è stato assegnato dalla lettera alfabetica. Accanto a lui alcuni giovani discutono animatamente.

GIOVANE 1
E' uno scandalo...non c'è nessun rispetto per le persone...

GIOVANE 2
Si...comunque un mio amico ha già telefonato ai giornali e ad una televisione locale...hanno detto che mandano

qualcuno...

Le file dei candidati scorrono lentamente lungo le entrate del palasport. La ressa è tale che i funzionari riescono con difficoltà a controllare il flusso di persone. Ora ai candidati, oltre ai controlli di rito sui documenti, vengono consegnate una busta, una penna e una tavoletta di legno che servirà come base d'appoggio per scrivere. Marco si allunga in direzione dell'entrata di Anna per guardare meglio, ma nella calca non riesce ad individuare la ragazza. Arrivato il suo turno consegna nuovamente il documento al funzionario.

SCENA 76

INTERNO GIORNO - NEL PALASPORT
Nel palasport sono state accese le luci. L'orologio segna le 16.15. Marco riattraversa le gradinate per recuperare la stessa posizione della mattina. Ora non trova nessuna difficoltà. Nessun funzionario controlla la disposizione dei candidati nei rispettivi settori. Anche le gradinate appaiono più affollate e il frastuono sembra più forte della mattina. Giunto nello stesso settore trova Anna che sta chiacchierando con un'altra ragazza. Avrà anche lei sui 25/26 anni ed è vestita in modo molto accurato con un elegante tailleur grigio.

ANNA
Marco, lei è Sabrina...viene da Ravenna...

La ragazza fa un cenno di saluto. ...Ciao...come va?

MARCO

SABRINA ...Abbastanza bene, grazie...

Marco sorride.

MARCO
...Non hai voluto perderti lo spettacolo, eh?

SABRINA
...In effetti sembra più di essere ad un concerto che ad un

concorso...

MARCO
...Con l'unica differenza che invece di vedere qualcuno

suonare fra poco saremo noi ad essere suonati...
Le ragazze ridono di gusto mentre Marco si accomoda accanto a loro.

MARCO

Che fai tu nella vita?

SABRINA ...Io sarei maestra di ruolo...

MARCO ...ah...bene...e com'è che...

SABRINA

...ma senza cattedra...

MARCO
...e con una elegante tavoletta di legno in mano...design

importante...
Le ragazze ridono nuovamente.

MARCO
...Non te la prendere...si ride per non piangere...

Intanto poco lontano da loro alcuni giovani stanno raccogliendo delle firme su un foglio. Subito si avvicinano anche ai tre.

Che è quel foglio?

ANNA

GIOVANE 1
Stiamo raccogliendo le firme per far annullare il concorso. Dato che il testo con le domande del compito è uscito dalla sede del concorso prima che sia stato fatto, ora non c'è più

nessuna garanzia di correttezza nè di trasparenza...

Un altro giovane che ha ascoltato le sue parole poco lontano protesta vivacemente.

GIOVANE 2
...E si...dopo tutto questo tempo e i soldi spesi ci

mancherebbe che annullassero il concorso... Interviene un'altra ragazza con in mano il foglio delle firme.

RAGAZZA
Con questa scusa non possono mica fare tutto quello che vogliono...Se vogliono far passare i loro raccomandati non

vedo perchè dobbiamo facilitargli il compito...

GIOVANE 2
...Cosa vorresti dire...che sono un raccomandato? Guarda

che la gente lo vuol fare il concorso, cosa credi? RAGAZZA

...Certo che no...

...Ma va a...

GIOVANE 2

Il giovane fa un gesto con la mano e si allontana senza ascoltare la sua replica. La ragazza si rivolge agli altri presenti.

RAGAZZA
...Ma guarda se dobbiamo litigare tra noi...Comunque questa

è la questione...

GIOVANE 1
...Non te la prendere...la gente è nervosa...è tutto il giorno

che è qui...
...Si...ma questo non ci autorizza ad essere coglioni...

RAGAZZA

La maggior parte dei presenti firma, compresi anche Marco, Anna e Sabrina.

Dissolvenza.



SCENA 77

INTERNO GIORNO - PALASPORT
L'orologio del palasport segna le 16.45. Marco se ne sta stravaccato a leggiucchiare il suo libro, mentre Anna e Sabrina chiacchierano fra loro. Intorno a loro altri candidati si lamentano della situazione. Improvvisamente la loro attenzione viene attratta da qualcosa. Tra la folla dei candidati che bivaccano si fa strada una giornalista con un microfono in mano seguita da un operatore con la telecamera in spalla. Subito molti si avvicinano alla giornalista.

GIORNALISTA Allora, che sta succedendo qui?

CANDIDATO 1
...Come vede stiamo bivaccando qui in attesa che la

commissione arrivi a portarci il testo del compito...

GIORNALISTA ...Da quanto tempo siete qui?

CANDIDATO 1 ...Dalle sette e mezza di stamattina...

GIORNALISTA
...E il testo con le domande dove è stato portato?

CANDIDATO 2
...Dicono che è stato portato a fotocopiare alla U.S.L....

GIORNALISTA
Cioè...il testo del concorso è uscito da qui e non si sa

esattamente dov'è?

CANDIDATO 3
...Esatto...e nessuno ancora ci ha comunicato niente...

Interviene un altro candidato.

CANDIDATO 4
...Comunque ora stiamo raccogliendo le firme per far

annullare il concorso...

GIORNALISTA ...Capisco...tu da dove vieni?

CANDIDATO 4

...Da Torino...

GIORNALISTA
...E come mai hai deciso di partecipare a questo concorso?

CANDIDATO 4 ...Per il solito problema...il lavoro...

GIORNALISTA

...Cosa fai per vivere?

CANDIDATO 4 ...aiuto mio zio che ci ha un bar...

La giornalista si avvicina ad altri candidati.

GIORNALISTA ...E voi da dove venite?

...Da Catania...
Tutti?
...Quasi...solo lui viene da Marsala...

Il giovane ne indica un altro poco lontano da lui.

GIORNALISTA
E cosa vi aspettate da questo concorso?

CANDIDATO 6

...Poco...

GIORNALISTA Ma perchè li fate allora?

CANDIDATO 7
...Non è che ci stanno molte altre possibilità...

CANDIDATO 5 GIORNALISTA CANDIDATO 5

La conversazione viene interrotta da una ragazza che arriva trafelata da una gradinata vicina.

RAGAZZA
...Presto chiamate un'ambulanza...una ragazza si è sentita male ed è svenuta...è caduta per terra e forse ha battuto la

testa...
La giornalista estrae un telefonino dalla borsetta e compone un numero.

GIORNALISTA
...Pronto...ospedale? Serve subito un'ambulanza e un

medico al palasport... Dissolvenza.

SCENA 78

INTERNO GIORNO - PALASPORT
Marco ora è in piedi vicino alla ringhiera e fuma nervosamente una sigaretta. Anna, visibilmente stanca, è appoggiata alla gradinata con gli occhi chiusi. Sabrina sfoglia svogliatamente un giornale. Alcuni candidati parlano animatamente con dei funzionari.

CANDIDATO 1
Ma allora...ma quando arriva la commissione?

CANDIDATO 2 Almeno ci facessero sapere qualcosa...

I funzionari allargano le braccia sconsolati in segno di diniego. ANNA

Che ore sono?
Le cinque e mezza...

MARCO

ANNA
...Ci ho un mal di testa...hai mica qualcosa per il mal di

testa? ...Io no...

MARCO

Poi, rivolgendosi a Sabrina.

MARCO

...E tu?
La ragazza fa cenno di no con la testa.

MARCO

Mi dispiace...

Poco lontano alcuni candidati chiacchierano con altri giovani visibilmente più rilassati. Ci sono anche delle persone chiaramente ultracinquantenni, adolescenti e anche qualche bambino. Vicino a lui un altro giovane commenta ad alta voce e ride fra sè.

GIOVANE ...Anche parenti e amici si sono portati...

Dissolvenza.

SCENA 79

INTERNO SERA - PALASPORT
L'orologio del palasport segna le 17.55. Fuori è ormai buio e dalle vetrate ora filtrano solo le luci fioche dei lampioni e di qualche appartamento dei palazzi circostanti. Marco ora è appoggiato stancamente alla ringhiera mentre Anna siede sempre sulla gradinata stropicciandosi gli occhi di tanto in tanto. Sabrina invece scrive qualcosa su una agenda. Le persone presenti all'interno del palasport cominciano a rumoreggiare. Marco si gira verso Anna.

MARCO
Vuoi che vada al bar a prenderti qualcosa?

Anna fa cenno di no con la testa. Marco ricomincia a guardarsi intorno. Il parquet è gremito di funzionari che confabulano fra loro incerti sul da farsi. La stessa voce della mattina interviene all'altoparlante.

VOCE ALL'ALTOPARLANTE (v.f.c.) ...Un momento di attenzione, prego...

Subito il silenzio cala nel palasport.

VOCE ALL'ALTOPARLANTE (v.f.c.)
...Ci hanno annunciato proprio ora che la commissione sta arrivando con i compiti...I candidati sono quindi pregati di prendere posizione nei settori che gli sono stati

rispettivamente assegnati...

Il brusio riprende più forte di prima. Anna guarda Marco con aria interrogativa. Marco sorride e scrolla le spalle.

Dissolvenza.

SCENA 80

INTERNO GIORNO - PALASPORT
L'orologio segna le 18.30. Ora Anna e Marco sono seduti uno accanto all'altro tesi e stressati. Poco lontano Sabrina chiacchiera con altre persone. Anche molti altri candidati intorno a loro appaiono stanchi e provati. Alcuni discutono animatamente in piccoli capannelli. Il frastuono nel palasport è sempre molto elevato e la tensione quasi si tocca con mano. Marco fuma l'ennesima sigaretta. Dopo qualche boccata la getta a terra e si alza.

MARCO Io vado al bar...vieni anche tu?

Anna lo guarda con un sorriso stanco e fa cenno di no. MARCO

...Ti porto qualcosa?

Anna fa ancora cenno di no con la testa senza guardarlo. Poi allunga le braccia in avanti come per stirarsi. Marco la guarda ancora una volta prima di allontanarsi. La ragazza ha lo sguardo triste e sconsolato.

SCENA 81

INTERNO SERA - PALASPORT
Marco si avvia lungo un ampio corridoio illuminato a giorno dai neon. Anche il corridoio è ingombro di persone che stazionano a chiacchierare o a fumare. Vicino alla porta a vetri del bar un gruppo di persone parla animatamente intorno ad un giornalista che prende appunti su un taccuino. Poco lontano un telefono a gettoni. Marco si avvicina, alza la cornetta e inserisce una scheda nell'apposita fessura.

MARCO
...Pronto, mamma?...Si, siamo ancora qui...stiamo ancora

aspettando la commissione...

SCENA 82

INTERNO SERA - PALASPORT
L'orologio segna ora le 18.50. Marco torna al suo posto con un bicchierino bianco di plastica colmo di caffè. Anna è sempre seduta nel suo stato

semicatatonico.

...Ne vuoi?

MARCO

Anna guarda Marco e il bicchierino che tiene in mano come se si risvegliasse da un lungo sonno. Poi ne prende un sorso e lo restituisce a Marco. Intanto anche sul parquet la discussione tra i funzionari si sta animando e molti addetti appaiono piuttosto nervosi. Alcune persone cominciano ad intonare cori di protesta al grido di "buffoni, buffoni!". Anche Marco di tanto in tanto si unisce ai cori di protesta. Il parquet del campo di pallacanestro viene investito da una miriade di palline di carta. Ogni tanto vola anche qualche tavoletta di legno abbandonata dai candidati. Alcuni cominciano ad andarsene. Interviene nuovamente la voce dell'altoparlante.

VOCE ALL'ALTOPARLANTE (v.f.c.)
...Per favore...per favore...cercate di stare calmi...la commissione sta arrivando con i compiti...

La voce del funzionario viene letteralmente sommersa dai fischi e dai cori di protesta che ora si alzano da tutti i settori del palasport. Alcuni giovani cominciano a ritmare i cori sbattendo violentemente a terra sui gradini di cemento e contro le ringhiere di metallo le tavolette di legno. Molti seguono il loro esempio. Il frastuono è sempre più assordante. Marco e Anna si guardano e poi anche loro cominciano ad urlare e a sbattere le loro tavolette contro la ringhiera di metallo. Il rumore e le urla di protesta dei candidati sovrastano i disperati tentativi dei funzionari di calmare i presenti. La voce del funzionario all'altoparlante continua a lanciare appelli ai candidati.

VOCE ALL'ALTOPARLANTE
...Per favore...cercate di mantenere la calma...la

commissione sta arrivando...

Altre tavolette volano pericolosamente sopra la testa dei funzionari infrangendosi sul parquet. Alcuni poliziotti fanno il loro ingresso nel palasport e cercano di aiutare i funzionari a tenere la situazione sotto controllo. Anna e Marco sono rossi in viso e ansimanti. Poco lontano Sabrina sta consolando una ragazza che piange disperata. Il caos è totale. All'improvviso alcuni uomini si fanno spazio tra la folla scortati dalla polizia e seguiti da un paio di telecamere delle televisioni. Sono i componenti della commissione che vengono accolti da un bordata di fischi e insulti. Marco istintivamente guarda l'orologio del palasport che ora segna le 19.14. Il presidente della commissione, un uomo di mezz'età con i capelli bianchi si fa dare un microfono da un funzionario e fa segno di voler parlare. Lentamente e a fatica il frastuono si fa meno intenso. L'uomo indica alcuni pacchi che sono stati portati nel frattempo sul parquet. Quindi inizia a

parlare con voce dura e perentoria.

PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE
...Qui ci sono i pacchi con il testo della prova scritta del concorso...ma visto che evidentemente il concorso voi non lo volete fare e che non ci sono le condizioni di ordine pubblico per un corretto svolgimento della prova sono costretto a non distribuirlo e a sospendere il concorso...

Per un attimo si crea un silenzio irreale. Anna e Marco si guardano negli occhi increduli. Poi urla e fischi riempiono completamente lo spazio sonoro del palasport in un frastuono assordante. Anche Marco afferra la sua tavoletta di legno e la lancia con forza sul parquet. Subito altre centinaia di tavolette fendono l'aria da tutte le parti e si infrangono sul parquet sfrecciando pericolosamente sulla testa di funzionari e poliziotti che cercano di proteggersi come possono. Alcuni giovani cercano di raggiungere la posizione del presidente della commissione ma vengono respinti a fatica da poliziotti e funzionari che gli fanno scudo. Una ragazza piange ripetendo come un automa sempre le stesse parole.

RAGAZZA
Non potete farci questo...dovete ridarci la speranza!

Frattanto altri poliziotti entrano nel palasport con i manganelli e cominciano a sfollare le gradinate in modo alquanto spicciativo. Marco si guarda intorno. La confusione è totale. Molti si avviano velocemente verso le uscite incalzati dai poliziotti. Altri continuano a urlare insulti ed a lanciare ogni sorta di oggetto sul parquet. Anna è immobile per lo spavento. Marco cerca di scuoterla ma la ragazza sembra non sentirlo. Il fuggi fuggi generale si fa sempre più caotico. Marco prende le borse e i giacconi e se li mette in spalla. Quindi afferra Anna per un braccio e la trascina via.

MARCO
Vieni Anna! Dobbiamo andarcene subito di qui!

Anna si fa guidare da Marco senza reagire anche se a poco a poco sembra riprendere coscienza della situazione. I due riescono ad infilarsi in una uscita laterale gettandosi in mezzo ad una enorme calca di persone ammassate nel tentativo di uscire. Quindi scendono velocemente le scale.

SCENA 83

ESTERNO NOTTE - PIAZZALE DEL PALASPORT
Marco e Anna escono di corsa dal palasport in mezzo ad uno sciame di persone che si disperde in tutte le direzioni nella notte illuminata dalla luce livida dei lampioni. Molte le voci concitate e le imprecazioni.

SCENA 84

ESTERNO NOTTE - DINTORNI DEL PALASPORT
Anna e Marco giungono all'automobile del giovane. Marco estrae le chiavi dalla tasca ed apre la portiera. Anna sale mentre Marco si mette alla guida. Il giovane aziona la chiave dell'accensione, innesta la marcia e si allontana velocemente in una via laterale.

Dissolvenza in nero.

SCENA 85

INTERNO NOTTE - IN AUTOMOBILE
Anna e Marco sono fermi in automobile sul ciglio della strada vicino ad un bar con l'insegna luminosa accesa. Alcuni giovani entrano ed escono dal locale dal quale filtrano le note attutite di una ballata dai toni soffusi interpretata da un cantante dalla voce nasale. Marco fuma una sigaretta e si guarda intorno con espressione vuota. Anna sfoga la tensione nervosa piangendo sommessamente. Marco si volta verso di lei e cerca di consolarla.

MARCO
...Non te la prendere...dovranno ripeterlo...

ANNA
...Si, però...intanto è saltato e chissà quando lo rifaranno...

MARCO
...Certo è stato un incubo...per quanto mi riguarda io ho deciso...non farò mai più un concorso in vita mia...troppo

umiliante...

ANNA
...Facile a dirsi...ma non ci sono tante alternative...

MARCO
...Sono sempre più convinto che non ci sono alternative perchè siamo così paralizzati dalla paura da non riuscire più a vederle...anche questo è un atteggiamento mentale...chi l'ha detto poi che questa specie di imbuto in cui andiamo a cacciarci rassegnati come animali al macello sia l'unico modo per riuscire a guadagnarsi la vita?...forse è davvero inutile

continuare a sbattere contro questo muro di gomma...

ANNA ...Si, ma questa è la realtà...

MARCO

E' quello che tentano di far credere alla gente come noi... odio la realtà...

ANNA

...E intanto che si fa?
Marco ci pensa un attimo. Poi si apre in un sorriso.

MARCO
...Si sogna...dobbiamo ricominciare a sognare qualcosa di diverso...solo così questa sgradevole realtà scomparirà ai nostri occhi con i suoi guardiani...Se non puoi vincere sul terreno deciso dall'avversario cambia il luogo dello scontro...

guerriglia indiana... Anche Anna sorride.

...Molto poetico ma...

ANNA

MARCO
...con la poesia non si mangia...è questo che vuoi dire?

ANNA

...Esatto...
Marco guarda fuori verso il bar.

MARCO ...Che dici di approfittarne?

Anna ci pensa un attimo. Poi sorride nuovamente. ANNA

...Ma si...andiamo...

I due escono dall'automobile e si avviano verso il bar.

SCENA 86

INTERNO NOTTE - NEL BAR
Il bar in realtà è un pub affollato di avventori con tavoli e lunghe panche di legno addossate alle pareti. Il brusio del locale e la musica funky in sottofondo hanno un che di gioioso e spensierato. Marco e Anna entrano e si fermano un attimo come per riossigenarsi. Poi si avviano al bancone e ordinano due birre e dei

tramezzini. Quindi si siedono su degli alti sgabelli di fianco ad un vecchio juke- box. Marco istintivamente si allunga per leggere i titoli delle canzoni. Si fruga in tasca per cercare qualche moneta. Trovatala la inserisce nell'apposita fessura e gettona un pezzo. Sfumato il funky, parte un aggressivo rock'n'roll intriso di soul.

...Bello, cos'è?

Paul Weller...

ANNA MARCO

I due giovani cominciano a rilassarsi. Il barista intanto porta le birre e i tramezzini. Marco alza il suo boccale per un brindisi.

MARCO
Salute! Al nostro incontro...e fanculo a tutti i concorsi...

ANNA

Ben detto!

I due ridono di gusto. Poi bevono e mangiano avidamente. Quindi riprendono fiato.

MARCO

Tu che fai domani?

ANNA ...Eh...ben poco...la solita vita micragnosa...

MARCO
...Sono sicuro che è molto più interessante di quello che vuoi

far credere...

ANNA
...Capirai...entra anche tu nel magico mondo del precariato!

MARCO

...Si, ma...domani?... Anna ci pensa un attimo.

ANNA ...domani...domani...fammi pensare...ah, si! Devo andare ad

aiutare a fare un trasloco...

MARCO
...Non ti facevo portata per i lavori pesanti...

ANNA
...L'apparenza inganna...e poi sono duecentomila per una

giornata di lavoro...

MARCO
...Buono...e poi dove ci vai in vacanza...alle Bahamas?

ANNA ...Si, prendi per il culo...

MARCO
...Stavo solo scherzando...non è stata una giornata facile,

no?

ANNA
Certo che no...E tu, invece? Ti ascolterò ancora in radio con

la tua 'musica per il cuore e per la mente'? Marco sorride.

MARCO

E' probabile...

Un velo di malinconia appanna per un attimo i loro sguardi. Poi Anna beve la sua birra. E anche Marco subito dopo finisce la sua.

ANNA Mi accompagni a casa?

MARCO

Va bene.

I due pagano la consumazione ed escono dal locale, mentre il juke box diffonde una sofferta canzone soul di James Brown.

SCENA 87

ESTERNO NOTTE - FUORI DAL BAR

Anna e Marco si riavviano alla macchina. Quando Marco estrae dalla tasca le chiavi dell'automobile qualcosa di metallico cade per terra ai suoi piedi. Marco si china a raccoglierlo. Sono le chiavi che gli ha dato lo strano figuro dell'albergo, Claudio Pera, qualche sera prima. Marco rimane per un momento ad osservarle come se cercasse di capire cosa sono. Poi guarda Anna ed il suo volto si illumina in un sorriso.

MARCO Che ne diresti di una vacanza al mare?

Anna lo guarda un po' sconcertata.
ANNA

Che vuoi dire?

MARCO
Qualche sera fa un tipo bizzarro, mentre ero di turno all'albergo mi ha prestato le chiavi di una casa di sua proprietà a Corniglia, sulle Cinque Terre...Dice che lui non ci va mai...non me ne ricordavo neanche più...Allora che ne diresti di andarci qualche giorno? Sono luoghi molto belli...Io

ci andavo da ragazzo... Anna lo guarda interrogativa.

ANNA

...Dici sul serio?

MARCO
...Perchè no? Non ci farà male qualche giorno di fuga...

Anna rimane un attimo in silenzio pensierosa.

ANNA ...No...è che ho delle cose da fare...

MARCO
...Non puoi rimandare...o lasciar perdere...almeno per un

po'?
Anna lo fissa come per cercare in lui la risposta. Poi alla fine risponde decisa.

ANNA
...Ma si, fanculo...andiamo...Solo devo comunque passare

da casa a prendere qualcosa...dei soldi...

MARCO
...Va bene...anch'io del resto devo dare la lieta novella a mia madre che a quest'ora mi darà definitivamente per

disperso...

I due salgono in macchina. Un attimo dopo l'automobile riparte e scompare nella notte illuminata dai lampioni e dall'insegna al neon del locale.

Dissolvenza in nero.

SCENA 88

INTERNO/ESTERNO MATTINA - IN AUTOMOBILE
E' l'alba. L'oscurità della notte non se ne è ancora andata ma il colore rosa del cielo annuncia una giornata serena. L'automobile di Marco si trova su uno spiazzo davanti al mare. Poco lontano un'edicola ha appena aperto. In macchina Anna dorme avvolta in una coperta. Mentre Marco fuma una sigaretta appoggiato al parapetto dello spiazzo. Nella tasca del giaccone tiene un quotidiano. Marco rimane un attimo a scrutare l'orizzonte. Quindi si volta verso l'automobile. Anna si è svegliata e si sta stiracchiando. Marco si riavvia all'automobile, apre la portiera e si siede accanto ad Anna.

Buongiorno... Dove siamo? Vicino a Lerici...

Poi le indica il panorama.

MARCO ANNA MARCO

MARCO

...Che ne dici?
Anna osserva il sole che sta sorgendo sul mare.

ANNA ...Non male...quando si mangia?

Fra poco...
Marco passa il giornale ad Anna.

MARCO

MARCO ...Guarda...siamo sul giornale...

Il titolo dell'articolo a tutta pagina recita: "Livorno: concorso caos". Anna dà una veloce scorsa all'articolo. Poi apre il finestrino e getta il giornale nel piazzale.

MARCO

Ma che fai?

ANNA Siamo o non siamo in vacanza?

Marco ci pensa un attimo. Poi risponde deciso. MARCO

Hai ragione!

Quindi aziona la chiave sul cruscotto, innesta la marcia e si immette sulla strada costiera. Intanto i fogli del giornale svolazzano sul piazzale deserto spinti dalla brezza mattutina.

SCENA 89

ESTERNO GIORNO - BAR SUL MARE
Marco e Anna stanno facendo colazione seduti a un tavolino di un bar. Il tavolino è posto vicino ad una grande vetrata che dà su una lunga passeggiata sul mare. Palme ed altre piante esotiche costeggiano la passeggiata in tutta la sua lunghezza. In lontananza le strutture di un grande porto militare e grandi navi da guerra. La passeggiata è quasi deserta a parte qualche pescatore.

MARCO
Mia madre mi ci portava quando ero piccolo...nei pomeriggi caldi...si veniva qua sulla passeggiata...lei si metteva a fare la maglia o a leggere una rivista, mentre io leggevo qualche

fumetto...E' l'immagine più bella che ho della mia infanzia... Anna lo ascolta in silenzio mentre il suo sguardo si perde lontano.

SCENA 90

ESTERNO GIORNO - SULLA PASSEGGIATA
Anna e Marco camminano con i loro zaini lungo la passeggiata. Arrivano ad una banchina con un cartello sul quale sono scritti gli orari del vaporetto per Portovenere. Marco lo osserva attentamente. Poi controlla l'orologio.

SCENA 91

INTERNO/ESTERNO GIORNO - SUL VAPORETTO
Marco è in piedi sulla piattaforma vicino alla prua. Mentre Anna è seduta dentro la sala passeggeri interna. I passeggeri sono molto scarsi. Anna si alza e lo raggiunge a prua. Il rumore del motore dell'imbarcazione è molto forte e non permette il dialogo fra i due. Il vaporetto è in mare aperto e si avvicina a Portovenere, un paese arroccato su una altura davanti ad uno stretto canale che lo separa da un'isola. Il vento scompiglia i capelli dei due giovani. Anna si stringe nel giaccone intirizzita. Marco le mette un braccio intorno alle spalle. Anna lo guarda e sorride felice.

SCENA 92

ESTERNO GIORNO - PORTOVENERE
Anna e Marco stanno ora salendo una lunga scalinata che conduce ad uno sperone di roccia a picco sul mare su cui è stata edificata una chiesa romanica.

SCENA 93

ESTERNO GIORNO - CHIESA DI SAN PIETRO
Giunti alla chiesa Anna si inoltra in una loggia coperta che dà sul mare aperto per osservare il panorama. Alcune imbarcazioni di varie dimensioni e colori lo solcano all'orizzonte.

ANNA
E' bellissimo...non ci ero mai stata...del resto erano anni che

non facevo un viaggio...

MARCO Sono contento che ti piaccia...

Alcuni gabbiani si alzano in volo gracchiando dal tetto della chiesa.

SCENA 94

ESTERNO GIORNO - SUL MONTE SOPRA PORTOVENERE
Ora i due giovani stanno salendo faticosamente lungo un sentiero scosceso che si arrampica sul monte e sovrasta il porticciolo di Portovenere. Marco si ferma ad aspettare Anna che è rimasta poco più indietro. In lontananza una grossa nave mercantile sta entrando nel golfo di La Spezia sbuffando fumo dalle alte ciminiere al suono prolungato e iterato della sirena.

SCENA 95

ESTERNO GIORNO - SPIAZZO LUNGO UN SENTIERO
Il sole è ormai alto nel cielo. Anna e Marco si trovano in un piccolo piazzale ombreggiato dai pini incontrato lungo il sentiero. Si trovano in una posizione piuttosto elevata dal quale si domina il mare aperto e la costa delle Cinque Terre. Al centro del piazzale lo spazio è dominato da un grande monolite di arenaria

scolpito dall'uomo a forma di piramide irregolare, recante sulla sommità una croce di ferro.

MARCO
Questo pare sia un esempio di scultura primitiva...Intorno a questo luogo si raccontano leggende terribili legate soprattutto ai lupi, che vivevano nei boschi e terrorizzavano

casolari e borgate, e all'arrivo dei pirati dal mare...

ANNA ...In effetti è abbastanza inquietante...

SCENA 96

ESTERNO GIORNO - NEI PRESSI DI RIOMAGGIORE
Anna e Marco stanno ora camminando lungo una ripida discesa che domina il borgo e il porticciolo di Riomaggiore. Subito dopo le case, lungo la costa a picco sul mare, si snoda un sentiero che scompare dietro un promontorio. Marco si ferma ed indica ad Anna il sentiero.

MARCO
...Vedi? Noi dobbiamo prendere quel sentiero...

Anna stringe gli occhi per metterlo meglio a fuoco. ANNA

...Si...ora lo vedo... Marco sorride.

MARCO
Anna sorride senza parlare e volge lo sguardo altrove.

SCENA 97

ESTERNO GIORNO - SULLA "VIA DELL'AMORE"
Anna e Marco sono ora seduti su una polverosa panchina di legno lungo la "Via dell'amore" e mangiano un panino. La stretta stradina sterrata si perde in lontananza lungo la costa scoscesa delle Cinque Terre a picco sul mare.

ANNA Quanto manca a Corniglia?

...Si chiama la "Via dell'amore"...

MARCO
Poco...dietro quella scogliera c'è il paese...in venti minuti ci

si arriva...

Il sole del pomeriggio illumina di mille riflessi la mossa superficie del mare.

SCENA 98

ESTERNO GIORNO - NEI PRESSI DI CORNIGLIA
Anna e Marco stanno salendo una tortuosa scalinata che dalla stazione ferroviaria porta al paese di Corniglia posto in alto a picco sulla scogliera. Dall'alto si domina la stazione, la ferrovia e la costa. I due si fermano un momento a tirare il fiato ed osservano il suggestivo panorama. Proprio in quel momento transita un treno sui binari. Il treno non si ferma alla stazione e subito si perde all'interno di una galleria scavata nella roccia. Anna e Marco riprendono la salita.



SCENA 99

ESTERNO GIORNO - CORNIGLIA
Anna e Marco si aggirano nelle stradine del borgo medievale alla ricerca della casa.

ANNA
Sai dov'è la casa del tuo amico puttaniere?

MARCO
No...ma non dovrebbe essere difficile...Il paese è

abbastanza piccolo... Marco sorride. Poi riprende a parlare.

MARCO ...e poi non è un mio amico...

ANNA

...ma puttaniere si...

I due ridono. Sulla piazzetta panoramica del paese, dal quale si domina tutta la costa delle Cinque Terre, alcuni anziani stanno seduti a chiacchierare su delle panchine. Marco si avvicina.

MARCO ...Scusate...cercavo via Le Croci...

I signori anziani lo squadrano e lo guardano con diffidenza. Poi uno di loro gli indica con un bastone un vicolo laterale.

...E' quella là...

ANZIANO

MARCO ...Grazie...arrivederci...

Gli anziani ricominciano a parlare fra loro ignorando il suo saluto.

SCENA 100

ESTERNO GIORNO - CORNIGLIA
Anna e Marco camminano lungo lo stretto vicolo alla ricerca del numero. Giunti alla fine del vicolo i due si ritrovano in una minuscola terrazza panoramica sul mare dal quale si domina tutta la costa fino a Levanto. Sulla terrazza si affacciano alcune porte di legno colorato. Anna si appoggia al parapetto di muratura a guardare il mare, mentre Marco si guarda intorno alla ricerca del numero.

MARCO ...Otto...dieci...dodici...Eccolo...ma...

Marco non finisce la frase. Anna si volta verso Marco che guarda attonito una porta contrassegnata trasversalmente dai sigilli gialli del tribunale di La Spezia. La casa è sotto sequestro.

MARCO ...Questa non ci voleva proprio...

ANNA
...Ne deve aver combinata una di troppo...

Marco si gira intorno spaesato. Una vecchietta dalla finestra di un'altra casa li sta osservando con interesse.

MARCO ...Scusi...ma che è successo?

La vecchietta fa una smorfia.

VECCHIETTA
...Non so...ieri sono venuti i carabinieri, hanno aperto e quando sono usciti hanno messo i sigilli...Perchè, avevate

bisogno di qualcosa?
Marco e Anna si guardano fra loro alla ricerca di una risposta convincente. Poi

Anna risponde.

ANNA
...No...è che ci avevano detto di una casa da affittare...per

l'estate...
La signora anziana si illumina in un sorriso.

VECCHIETTA
...Turisti? Lo sapevo...Non so che dirvi...Provate a tornare indietro al ristorante "La Mesciua" sulla piazza centrale e chiedete di Mino, il padrone del ristorante...lui sa tutto delle

case da affittare...
Marco e Anna le sorridono con gentilezza un po' affettata.

MARCO
...Va bene...proveremo lì...arrivederci...e grazie.

L'anziana signora chiude la finestra, mentre Anna e Marco si guardano sconsolati in silenzio.

SCENA 101

ESTERNO GIORNO - CORNIGLIA
Anna e Marco sono ora seduti sul parapetto della piazzetta panoramica al centro del paese.

ANNA

E ora che si fa?

MARCO ...Non so...vuoi tornare a casa?

Anna guarda il mare in silenzio. Poi si rivolge a Marco perplessa. ANNA

...Non credo...

SCENA 102

ESTERNO GIORNO - CORNIGLIA
Il sole sta tramontando sul mare. Anna e Marco scendono senza fretta e assorti nei propri pensieri la stessa lunga scalinata tortuosa che prima avevano salito per arrivare al paese.

SCENA 103

ESTERNO GIORNO - STAZIONE DI CORNIGLIA
Anna e Marco si aggirano inquieti sul marciapiede accanto ad uno dei binari della stazione deserta in attesa di un treno. Una voce maschile all'altoparlante annuncia il contemporaneo arrivo di due treni, uno per La Spezia e l'altro per Genova. Qualcuno ha gettonato una canzone melodica al juke box del bar della stazione. La musica si diffonde sommessamente intorno attraverso la finestra socchiusa del bar. Anna si avvicina alla balaustra che dà a picco sulla scogliera. Marco si avvicina e si appoggia alla balaustra accanto a lei. I due si guardano in silenzio per un lungo attimo. Poi Marco estrae dalla tasca del giaccone la chiave che gli aveva dato Claudio Pera e la guarda come se la volesse soppesare. Poi la getta in mare. I due scoppiano entrambi a ridere di gusto, una risata irrefrenabile. Intanto il sole è quasi completamente tramontato e dona una tonalità contemporaneamente rosata e bluastra al mare e al cielo che si confondono in uno stesso magma colorato. Una piccola imbarcazione, quasi un'ombra ormai, solca pigramente le calme acque del mare.





FINE




Soggetto

Il concorso

Marco è un giovane che lavora per passione in una radio privata. Disoccupato, vive con la madre e sfoga le proprie frustrazioni in notti inquiete e vagabonde passate con gli amici in locali notturni di quart'ordine. Anna invece è orfana di entrambi i genitori e vive da sola in un piccolo appartamento periferico. Si mantiene soprattutto facendo piccoli lavoretti precari che si procura di tanto in tanto e a qualche aiuto della nonna. Appassionata di musica, ascolta spesso la radio in cui lavora Marco. Il quale racimola qualche soldo facendo anche il portiere di notte in un albergo tre volte la settimana. Una notte capita nell'albergo un bizzarro signore di mezz'età, Claudio Pera, che vive di espedienti e, dopo una strana conversazione, gli presta la chiave di una sua casa sulla costa ligure. Qualche giorno dopo sia a Marco che ad Anna arriva una raccomandata in cui una settimana dopo li si convoca per un concorso in una cittadina vicina. Il giorno del concorso, tenuto in un grande palasport per l'alto numero di partecipanti (cinquemila candidati per trentatre posti), i due casualmente si incontrano e fanno amicizia. Frattanto il concorso, dopo lunga attesa, viene spostato al pomeriggio. Così Anna e Marco hanno modo di conoscersi meglio. Al ritorno nel palasport una serie inspiegabile di disguidi allunga sempre più l'attesa dei candidati per la prova scritta. Alle sette e mezza di sera finalmente torna la commissione. La protesta nel palasport è ormai molto forte e generalizzata quando il presidente della commissione annuncia l'annullamento del concorso per motivi di ordine pubblico. Nel palasport esplode incontrollata la tensione accumulata nelle lunghe ore di attesa. Interviene anche la polizia e nel caos generale Anna e Marco riescono a dileguarsi indenni nella notte. Poco dopo, quando i due stanno per congedarsi, Marco ritrova casualmente la chiave che gli aveva dato Claudio Pera. I due giovani allora decidono sul momento di fare una vacanza insieme per dimenticare l'accaduto. Ma, giunti nella località, Anna e Marco scoprono che la casa è sotto sequestro. Incerti sul da farsi, non gli rimane che tornare alla stazione. Probabilmente torneranno a casa o forse no. Nell'attesa, Marco getta la chiave in mare. Quindi i due si lasciano andare ad una irrefrenabile risata liberatoria.