domenica 1 novembre 2020

 La Banda

Ovvero come resistere alla globalizzazione divertendosi



Una web serie di Luca Serasini e Nico Malvaldi, prodotta dall’Associazione Culturale “Cantiere Nuovo” di Marina di Pisa, con l’assistenza tecnica di un’altra associazione culturale pisana, “Corte Tripoli Cinematografica” di Roberto Merlino, aderente alla Fedic, racconta in maniera ironica il modo per opporsi alle diseguaglianze determinate da una certa idea totalizzante di globalizzazione economica. In sette puntate e con l’aiuto di un’intera comunità.


Ci sono molti modi per raccontare le diseguaglianze di questo nostro mondo devastato sul piano umano e ambientale dalle pandemie e dalla dittatura economica neoliberista e la resistenza delle popolazioni locali ad un modo di concepire il mondo e le relazioni fra gli esseri viventi che non prevede eccezioni e non accetta diversità di vedute e di stili di vita. Il modo scelto dagli autori di questa web serie in sette puntate, girate lo scorso anno, è senz’altro originale e in qualche modo anche preveggente.




La storia è quella di una piccola comunità locale, quella di Marina di Pisa, litorale pisano con vista su Livorno, con le sue tradizioni, il suo modo di vivere, le sue abitudini, le sue idiosincrasie, le sue piccole manie, il suo quotidiano fatto di una frequentazione costante nel tempo di persone e luoghi che possono apparire obsoleti ad uno sguardo esterno, ma che invece costituiscono l’identità più profonda di una comunità, che improvvisamente si trova a dover subire le conseguenze materiali e immateriali di decisioni economiche assunte in luoghi lontanissimi da Marina e da persone sconosciute che minacciano di cambiare per sempre il paesaggio umano di quel luogo. Il porto di Marina, infatti, è stato acquistato da una società francese che pretende di imporre le sue logiche imprenditoriali e culturali, una sorta di “francesizzazione” di Marina che, a suo modo di vedere, dovrebbe trasformarsi nell’ennesimo resort per ricchi vacanzieri globalizzati con mega yacht al seguito. La perdita del posto di lavoro di uno dei protagonisti che rifiuta di piegarsi alla volontà dei nuovi arroganti padroni di “francesizzare” il menu del ristorante dove lavora funziona da detonatore per un microcosmo che non accetta di uniformarsi alle nuove regole e di scomparire in silenzio. E qui entra in campo “la banda”, ossia un gruppo di amici che si frequenta da sempre nei soliti bar e circoli di Marina e che decide di vendicare il torto subito dall’amico e di combattere a proprio modo questa ennesima prepotenza del potere finanziario globale e dei suoi feroci manutengoli globalizzati e locali, cioè costruendo una bomba artigianale che dovrebbe far saltare in aria lo yacht di colui che dirige a livello locale questa azienda. Ma “la banda” è solo un gruppo sgarrupato di vecchi amici non particolarmente acculturati (anche se il Bottai, quello licenziato dai francesi, a causa del trauma subito comincia ad esprimersi in linguaggio poetico), che si esprimono in vernacolo pisano, appassionati di calcio, donne e biliardo, non un gruppo politicizzato o di professionisti del terrorismo armato. La loro è una resistenza “di pancia” e le conseguenze del loro gesto saranno tragicomiche, con un finale (che non riveliamo) che lascia aperte molte porte narrative, molte riflessioni e molte interpretazioni.



Raccontata così, questa esilarante web serie costruita con 64 “non-attori”, in una sorta di work in progress narrativo sapientemente condotto dalla scrittura fine dei due autori in collaborazione con la penna di Enrico Caroti Ghelli e di Francesco Bottai, e che alterna momenti travolgenti di commedia all’italiana con sequenze di stampo più neorealistico e inserti grotteschi dalle risonanze ora oscure ora malinconiche (come la figura della “Maga” o il misterioso ciclista che pedala all’indietro per le strade di Marina e che attraversa l’intera narrazione senza mai rivelare la propria identità, ma a cui gli spettatori potranno dare le più diverse interpretazioni) potrebbe essere percepita come un serioso pamphlet contro la globalizzazione. 



In realtà “La Banda” non è nulla di tutto questo e probabilmente il valore più “politico” di questa web serie sta più nel modo in cui è stata costruita che nella sua più o meno dichiarata posizione pro local e antiglobal. Infatti la serie in questione non è ascrivibile, dal punto di vista autoriale ai soli registi, montatori e sceneggiatori, ma appare come il prodotto artistico di una intera comunità che gli “autori” nominali (peraltro tutti nativi di Marina o di Pisa) hanno sapientemente coinvolto e lasciato esprimere fino quasi a scomparire. “La Banda” appare infatti come un’opera collettiva, dove un’intera comunità afferma con forza il valore non negoziabile e non monetizzabile della propria identità esistenziale e culturale pena la propria eutanasia. Ma, d’altro canto, non si tratta nemmeno di un’affermazione di localismo esasperato e chiuso, di “sovranismo culturale” e i riferimenti al mondo esterno e le riflessioni sui problemi della contemporaneità sono numerosi, come nella bella sequenza in cui i bambini, dopo una partita di calcio di strada senza distinzione di genere, si trovano a ragionare sull’immigrazione (la bambina che, parlando con un’amichetta, afferma convinta che “viaggiare insegna la tolleranza e, se tutti viaggiassimo, anche solo per un giorno, comprenderemmo meglio quella condizione”) o sull’economia (“il deficit del governo è l’attivo dell’economia”, afferma serioso un altro bambino al suo compagno di giochi, citando la Modern Monetary Theory – MMT, trattata da Stephanie Bell Kelton nel suo libro “The Deficit Myth” e sostenuta da molti esponenti politici americani di spicco come Bernie Sanders).


“La Banda” è quindi una web serie in cui alto e basso, comico e tragico si mescolano in modo intelligente in una storia densa di molte suggestioni sanguigne, ma anche grottesche e perfino malinconiche in alcuni momenti, rafforzate dal colorito vernacolo pisano di questa gente di mare, ma anche dalle musiche di Francesco Bottai (componente di un altro riuscito prodotto musicale “glocal”, il duo pisano de “I Gatti Mèzzi”), che rimandano alle pagine più belle di artisti come Tom Waits, Marc Ribot e Paolo Conte. Un modo leggero, ma mai banale di parlare delle paure, dei conflitti e delle incertezze del nostro tempo senza mai perdere il gusto del sorriso e magari anche del ponce fatto alla maniera dei vecchi abitanti di Marina di Pisa.

                                                                                                                                      Marcello Cella



LA BANDA

Regia: Luca Serasini
Montaggio: Nico Malvaldi
Musica: Francesco Bottai
Soggetto e sceneggiatura: Enrico Caroti Ghelli, Francesco Bottai,

Nico Malvaldi e Luca Serasini
Riprese: Andrea Malvaldi, Luca Serasini, Nico Malvaldi

Fonia: Massimo Giannoni, Maurizio Bigongiali

Fotografo di scena: Marco Vaselli
Effetti speciali: Nico Malvaldi, Lorenzo Russo
Riprese Drone: Marco Paterni
Attori in ordine alfabetico:
Sandro Andreoni, Alice Andreoni, Carlo Alberto Arzelà, Roberto Ascione, Francesca Bacchiet, Susanna Baldacci, Michele Bertoni, Alessandro Bertozzi, Maurizio Bigongiali, Andrea Bottai, Gioele Bottai, Francesco Bottai, Andrea Borelli, Maria Brogna, Rachele Camporese, Andrea Capasso, Manola Carli, Pierangelo Cartone, Giada Catastini, Uliano Catastini, Alessandra Ceccherini, Maria Daniela Corso, Iolanda Fabris, Rossella Ferrari, Aldo Franco, Iara Gelsi, Felipe Gelsi, Emanuele Gelsi, Stefano Gelsi, Fabio Gelsi, Roberto Gemignani, Mariagrazia Di Giannatale, Edoardo Giari, Daniela Ghinassi, Claudia Guazzini, Luca GuelY, Sergio GuelY, Michele Hage, Roberta Leone, Stefano Liberati, Nico Malvaldi, Michela Manzi, Franca Masi, Walid Mokni, Carlo Musto, Andrea Nardi, Sabrina Natali, Maurizio Nerini, Emiliano Niccolai, Mara Novelli Ceccherini, Roberta Nuti, Gianfranco Perondi, Felice Pantone, Andrea Pieralli, Andrea Possenti, Vladut Prelucan, Fabio De Ranieri, Simona Rindi, Massimiliano Schiavelli (Ufo), Niccolò Schimizzi, Luca Serasini, Eleonora Simi, Silvia Talamucci, Elvira Todaro.

Produzione: Associazione Culturale “Cantiere Nuovo”, Corte Tripoli Cinematografica, Cineclub FEDIC di Pisa